” Falcomatà, dal calcetto al calcinculo: la lunga lista degli ex amici diventati nemici”
Inizia così la parabola politica di Giuseppe Falcomatà, che nel 2014 sceglie di varare la sua prima giunta non in una sala istituzionale, ma in un campo di calcetto. Una scelta dal forte valore simbolico: la squadra, l’amicizia, la lealtà. Tra i convocati non mancano i compagni di sempre: Riccardo Mauro, Armando Neri, Giovanni Muraca, Giampaolo Puglia, Pasquale Fotia. Oggi, a distanza di anni, di quella formazione non è rimasto più nessuno. Tutti scappati o fatti scappare. Alcuni addirittura diventati acerrimi avversari politici.
Eppure, la “pulizia” di Falcomatà non si è fermata al rettangolo di gioco. Col tempo, il sindaco ha trasformato molti fedelissimi in nemici giurati. L’elenco è lungo e imbarazzante.
Il caso più clamoroso? Il professore Tonino Perna, rimosso da vicesindaco senza nemmeno una telefonata. Patrizia Nardi, fermata sul nascere. Saverio Anghelone, estromesso dalla vice-sindacatura per fare posto ad Armando Neri. Mattia Neto, stimata professionista, cacciata senza troppi complimenti, seguita a ruota dal marito, l’ingegnere Costantino.
Poi arriva la vicenda di Angela Marcianò: l’unica a pagare per il caso Miramare. E Agata Quattrone, tra i maggiori esperti italiani di progettazione europea, licenziata con un messaggio su WhatsApp. Marisa Lanucara, silurata dopo i dissidi sul flop delle festività natalizie.Maria Angela Cama fedelissima di Mimmetto Battaglia estromessa con lo stesso modus
E ancora: Rocco Albanese, fedelissimo assessore ai Lavori Pubblici, revocato un’ora dopo essere stato rassicurato sulla continuità, oggi arruolato in Forza Italia. Irene Calabrò, tolta senza alcuna motivazione politica o amministrativa. Demetrio Delfino, sacrificato solo per la sua vicinanza a Nino De Gaetano. Francesco Gangemi, che scopre di non essere più assessore a cose fatte.
Una lunga scia di esclusi, molti dei quali oggi siedono dall’altra parte del campo, non più compagni di squadra ma avversari diretti. Muraca, Neri, Calabrò, Delfino, Versace: nomi che un tempo erano lo zoccolo duro del “falcomatismo” e che oggi combattono la loro partita contro il sindaco.
La domanda sorge spontanea: cosa ha fatto di così grave Giuseppe Falcomatà per trasformare un’intera squadra di fedelissimi in una curva di oppositori? Forse la risposta sta nel suo metodo: più che un allenatore, un selezionatore che cambia modulo a piacimento. Ma in politica, come nel calcetto, se cambi sempre i compagni di gioco, prima o poi ti ritrovi a giocare da solo.
CIRCOLO RINASCITA REGGIO









