Castrolibero, ostaggi di un sistema senza opposizione
Orlandino Greco è, a tutti gli effetti, un miracolato della politica. Con quattro parole riesce ancora a illudere molti, ma non chi vive e vota davvero a Castrolibero. Eppure, proprio questi ultimi sono spesso costretti a rivotarlo… per mancanza di un’opposizione vera.
È un megalomane furbo, tanto da essersi creato un partito personale, così da non dover rispondere a nessuno se non a sé stesso e al proprio smisurato ego. Nell’epoca della morte delle ideologie, dove passare da destra a sinistra, dal centro alla Lega nel giro di pochi mesi non scandalizza più quasi nessuno, lui è un maestro. Ma qualcosa è cambiato: per la prima volta ha dovuto disattivare i commenti dal suo profilo. Evidentemente, non tutti ci stanno più.
Noi cittadini di Castrolibero, che purtroppo torniamo solo a dormire nel nostro paese per motivi di lavoro e non abbiamo mezzi o tempo per contrastarlo, siamo allibiti dalla sua capacità di dire una cosa e fare l’esatto contrario, senza vergogna. Un Renzi 2.0.
Dice di non volersi ricandidare “per rispetto” dei castroliberesi, poi si ricandida due giorni dopo. Questo sarebbe rispetto?
Il dramma più grande è che non esiste opposizione reale. L’unico che si muove, Vincenzino Aiello, sembra pensare che gli 8.000 abitanti di Castrolibero passino la giornata sul divano a leggere i suoi post e commentucci. Così non si costruisce credibilità né consenso.
Gli altri candidati a sindaco, una volta perse le elezioni, spariscono il giorno dopo. Alcuni decidono di candidarsi solo pochi giorni prima del voto. Così ci chiediamo: perché dovremmo votare volti sconosciuti, quando i “soliti noti” almeno ti risolvono la buca davanti casa o ti accendono un lampione?
Castrolibero è l’opposto di quello che Orlandino racconta ogni giorno. E il peggio è che abbiamo le mani legate. Ha combattuto contro la città unica perché sapeva bene che avrebbe perso tutto il suo potere. Ma cosa ci guadagniamo, oggi, a restare fuori da Cosenza e Rende?
I servizi pubblici: tra i peggiori e più costosi
Mensa scolastica: costa quanto a Cosenza (in dissesto), più che a Rende.
Servizio idrico: stesso acquedotto (Abatemarco via Sorical), stesso colabrodo.
Raccolta rifiuti: Tari tra le più care d’Italia. Città sporca, differenziata poco rispettata, sacchi neri ovunque, nessuno che spazzi o lavi le strade.
Scuole pubbliche: lavori inaugurati e poi allagati alla prima pioggia. Palestra inagibile. Qualità dei lavori scadente.
Il progetto-fantasma del centro storico
La beffa più grande è quel progetto che per anni ha sbandierato e che ora non nomina più. Un’idea fallimentare fin dall’inizio, senza una visione concreta.
Ha restaurato immobili pubblici nel centro storico — ormai deserto — con l’intenzione di darli in gestione a privati. L’idea? Farne Info point e spazi Slow Food, Scuola del Gusto, Cinema e spazi per workshop, Botteghe d’arte, Teatro e museo esperienziale, Bagni pubblici “di lusso”, Cafè, sale per conciliarsi (con chi?), Quartiere sportivo
Ma chi dovrebbe venire a Castrolibero per fare tutto questo, quando Cosenza e Rende offrono già tutto (e meglio)?
O forse l’obiettivo era un altro? Finanziamenti, progettisti amici, campagne social e “curatori” di dubbia utilità?
Non a caso, nessun imprenditore ha partecipato ai bandi per la gestione di questi spazi. Gare tutte andate deserte.
🔗 Il sito del progetto: La Porta di Castrolibero
🔗 Gare pubbliche fallite: Link Trasparenza Provincia di Cosenza
E adesso? Cosa farà con questi spazi abbandonati già arredati? Un’altra cattedrale nel deserto, stavolta invisibile.
Conclusione: la Calabria non ha bisogno di questa politica
La Calabria non ha bisogno di politici che vivono di rendita, che si vendono al migliore offerente, che si accordano con chi ha sempre umiliato questa terra.
Solo perché la Lega ha tolto la parola “Nord” dal simbolo, ora dovremmo credergli quando ci dice che “ci ama”? Ma ci faccia il piacere.
Lettera firmata









