A dare la notizia che la Mikeno ce l’ha fatta sono state le principali agenzie di stampa e giornali turchi, che hanno raccontato non solo l’impresa della nave ma anche i volti degli attivisti a bordo. Tra questi c’è Muhammed Huzeyfe Küçüktekin, turco, attivista e giurista, conosciuto anche come accademico impegnato nei diritti umani. I giornali turchi lo citano in questi giorni come uno dei passeggeri della nave che ha bucato il blocco israeliano riuscendo ad entrare nelle acque di Gaza.
Ed è proprio la stampa turca a ricostruire nei dettagli come la Mikeno sia riuscita nell’impresa. Secondo l’Anadolu Ajansı (AA), la nave è riuscita a spezzare l’assedio israeliano entrando nelle acque territoriali di Gaza nonostante il tentativo di intercettazione, segnando un momento definito “storico” dai promotori della flottilla.
TRT Haber ha raccontato come l’imbarcazione, partita dalla Turchia insieme ad altre navi solidali, sia riuscita a “superare il blocco imposto da anni a Gaza” e a far sventolare la bandiera della libertà davanti alle coste palestinesi, descrivendo la scena come “un giorno di festa per la resistenza civile”.
Il quotidiano Yeni Şafak ha sottolineato che la Mikeno, con a bordo attivisti internazionali e civili provenienti da vari paesi, ha compiuto una rotta rischiosa “sfidando le minacce israeliane e i tentativi di impedimento in mare aperto”, e che il suo ingresso nelle acque di Gaza ha provocato “una forte emozione tra i palestinesi che osservavano da terra”.
Hürriyet, il più letto quotidiano nazionale, ha dato ampio spazio alla notizia, riprendendo i dispacci dell’agenzia Anadolu e sottolineando la portata internazionale dell’operazione.
Infine, Haksozhaber ha riportato che, durante la navigazione finale, l’imbarcazione sarebbe riuscita a sfuggire al monitoraggio israeliano “scomparendo dai radar” per poi riapparire vicino alla costa di Gaza, un passaggio definito “la prova concreta che l’assedio può essere rotto”.
Ma la storia non finisce qui. Perché mentre la Mikeno entra a Gaza, dal Mediterraneo orientale si prepara un nuovo fronte. Quarantacinque imbarcazioni sono salpate da poco dai porti di Arsuz e Hatay, in Turchia: 280 miglia nautiche le separano da Gaza. E altre barche, da altri scali, hanno annunciato di volersi unire alla flottilla.
Il messaggio è chiaro: per una nave che riesce e un’altra che viene fermata, ce ne sono decine pronte a ripartire. Il mare si muove, e con esso un’onda umana che non si lascia intimidire dal blocco.









