(di Andrea Scanzi – ilfattoquotidiano.it) – Il successo mediatico della Flotilla e l’enorme adesione allo sciopero di venerdì stanno mandando in cortocircuito non solo i tifosi dichiarati del governo, ma anche tutti quei sostenitori a prescindere (ora dichiarati e ora finto-equidistanti) di Israele. La spaccatura è profonda: chi sta con la Flotilla e chi la ritiene addirittura colpevole (di essere foraggiata da Hamas, di avere imbarazzato il governo, di non essere stata a casa a bere uno spritz con Nordio, etc). In un contesto simile, gli scontri in tivù aumentano e con essi i deliri. Qualche esempio.
Capezzone. L’uomo dal cognome doppiamente fallico, e un motivo forse ci sarà. Da sempre intriso di simpatia, coerenza, onestà intellettuale e libertà di pensiero, si batte da una vita per avere riconosciuto il ruolo di “nemico numero uno” della sinistra (ma arriva 660esimo quando va bene). Due mattine fa, a Omnibus (La7), coccolato come fosse un tenero capibara dalla sempre gradevole e mai renzian-calendiana Gaia Tortora, ha dato implicitamente della codarda a Benedetta Scuderi (collegata). Poi è partito con la solita pippa falsa (come documentato ieri dal Fatto) della Flotilla finanziata da Hamas. Quindi, con quel tono di voce soave come una detartrasi con le bombe, l’ex radicale ed ex tutto (tranne che spirito libero) ha dato a caso del “fascista rosso” a Luca Telese, con la padrona di casa che continuava a trattarlo amorevolmente coi guanti bianchi, manco fosse il Dalai Lama in un inconsueto scatto d’ira. Si vola.
Molinari. Giovedì scorso, a Piazzapulita (La7), ha dato spettacolo. Molinari ha nuovamente messo in scena quel suo adorabilissimo “sionismo innamorato cieco”: celebrazione puerile del “piano di pace” di Trump, delegittimazione della Flotilla, continuo intento di porre in secondo piano lo sterminio palestinese, rimando borghese e furbino ai “sacri” Mattarella e Pizzaballa, minimizzazione delle colpe storiche immani di Israele. E tutto questo con un tono terribilmente noioso, anti televisivo, soporifero e addormentante, reso ancora più indigeribile dalla solita aria da professorino (de che?) monocorde e insensibile. Una sorta di “Parenzo 1.0”, però peggio. Ove mai possibile.
Sechi. Testuale, mercoledì scorso a Realpolitik (Rete 4), parlando della Flotilla mentre era in atto l’abbordaggio, e quindi poteva accadere di tutto: “Questa missione era solo una tragica pagliacciata, come abbiamo visto. Ha fatto solo perdere tempo a tutti. Se fossero stati importanti gli aiuti, li avrebbero consegnati. La realtà è che non gliene importava assolutamente nulla. Spero che le barche vengano affondate”. Uno così è direttore di un “giornale” (di proprietà di un parlamentare assenteista della maggioranza, re della sanità privata); è stato capo comunicazione (disastroso) della Meloni; e vive notte e giorno in televisione. Daje!









