Catanzaro. Tallini evoca il “convitato di pietra”: chi ha paura della… procura?

Mimmo Tallini da Catanzaro in questi giorni è l’unico che fa vera opposizione a Occhiu’. Nel centrosinistra sono troppo impegnati a leccarsi le ferite dopo la batosta e così tocca a lui esporsi e Tallini non è certo il tipo che si tira indietro. A differenza di altri soggetti destrorsi e senza coglioni, lui gli attributi ce li ha. E li ha già mostrati al percettore vita natural durante del “reddito di parassitanza”. Ma Tallini, oltre ad esporsi, ha assunto anche le vesti di “Sibilla Cumana” perché nella giornata di ieri ha sfornato un post su FB che è tutto un programma e che riportiamo di seguito.

C’è un convitato di pietra nel dopo elezioni regionali, nessun dibattito, nessun commento e nessuna analisi del voto.
Eppure siamo la città capoluogo di regione, tutto piatto, tutto archiviato con una straordinaria normalità da far paura.
Forse perché dall’esito del voto se ne deduce che nessuna novità è emersa? Che sono stati rieletti con plebisciti veri e propri coloro (gli stessi) che non hanno profferito parola mentre la città veniva assediata e spogliata, da interessi politici di altre province da sempre in competizione con la nostra città, che resta sempre più bella e sempre più isolata.

Non si muovono nemmeno gli ordini professionali, naturali camere di compensazione del deficit politico, neppure un anelito di riflessione come se il futuro della nostra città non interessasse più a nessuno.
Sono sparite persino le voci libere degli intellettuali catanzaresi, di quelli che in passato, fuori dagli schemi e dalle categorie, non sono mai mancati a dare una speranza e fare da stimolo alla classe dirigente a tutti i livelli della nostra città.
C’è un “convitato di pietra” nella nostra città, e nessun segnale di risveglio appare all’orizzonte, non possiamo rassegnarci a questo destino, i nostri figli non ce lo perdoneranno.

Fin qui il Tallini “Sibilla”. Per capire chi è questo benedetto – o maledetto, a seconda dei casi… – “convitato di pietra” ci siamo affidati alle interpretazioni.

Convitato di pietra è un’espressione metaforica che viene soprattutto utilizzata nel linguaggio giornalistico per indicare una presenza incombente (non necessariamente persona ma anche cosa), ma allo stesso tempo, invisibile, muta e, conseguentemente, piuttosto inquietante e imprevedibile, conosciuta da tutti, ma da nessuno nominata.

L’immagine che ha dato origine all’espressione è tratta dalla storia di Don Giovanni, rappresentata ne El Burlador de Sevilla y convidado de piedra (L’ingannatore di Siviglia e il convitato di pietra), opera del XVII sec. che dette fama universale al drammaturgo spagnolo Tirso de Molina (pseudonimo di Gabriele Téllez). L’opera di Téllez (che secondo alcuni potrebbe non essere il vero autore) ha ispirato molte opere teatrali, in prosa e in musica; la più famosa di queste è, senza ombra di dubbio, il Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart.

“Il convitato di pietra” indica originariamente, quindi, proprio una statua di pietra che partecipa a una cena con Don Giovanni, ma per estensione si riferisce a una persona o situazione minacciosa e inquietante di cui tutti sono consapevoli ma che nessuno nomina per timore, una presenza invisibile e incombente che riemerge costantemente. 

Riassumendo. Inquietudine e paura: 

“Convitato di pietra” assume il significato di una presenza o situazione che genera inquietudine e terrore, ma che non viene affrontata o nominata apertamente per paura delle sue potenziali conseguenze. 

Pericolo ricorrente:
Può anche descrivere un problema o una minaccia che si cerca di ignorare, ma che continua a ripresentarsi nella realtà, ignorando ogni tentativo di negazione o oblio. 
Terminologia giornalistica: 

L’espressione viene spesso usata nel linguaggio giornalistico per descrivere poteri occulti o situazioni complesse che minacciano implicitamente la società, ma che vengono ignorate dal dibattito pubblico. 

Situazioni personali:
Può riferirsi persino a un segreto familiare che tutti conoscono ma di cui nessuno parla, o a un problema irrisolto che incombe su un gruppo di persone…. 
Ma ci fermiamo qui. Volete sapere come l’abbiamo interpretata noi? Beh, se c’è una cosa che fa paura a questi signori – compreso Tallini, sia chiaro… – è la magistratura ovvero in questo caso la procura di Catanzaro. E dal silenzio generale che si respira, l’ipotesi non sembra per niente campata in aria. Intelligenti pauca.