Vibo. Passata è la tempesta, odo (au)Gelli far festa! Cronaca semiseria della tragicommedia della “sinistra”

PASSATA È LA TEMPESTA odo (au)GELLI far festa!

di Rocco Tripodi

Tante le vittime, tanti i danni, tanti i “senzacasa”, e pochi scampati perché preventivamente accomodati in rifugi blindati, tirati su da insuperabili Maestri MURATORI. Ma i superstiti, ancora malconci e doloranti che non sono riusciti ad entrare dalla porta, cercano ora, come sorci, di entrare dal buco… e non aggiungo altro. Nell’ allegra brigata dei pochi che ne sono usciti intonzi allo scoperto, dopo la tragedia, lindi, tirati e  agghindellati a festa senza un pelo fuoriposto, come James Bond dopo essere saltato in aria con il cattivone di turno, spicca il vibonese VITO PITARO(CI).

Del suo trionfo elettorale ho già scritto, ma non era ancora stata rilasciata una sua intervista dove, alla  grande meraviglia dell’intervistatore per lo spropositato risultato elettorale, lui candido lo attribuiva al suo modo diretto di fare politica, alla costante vicinanza con la gente che va a trovare PERSONALMENTE A CASA e parlando la convince. Non so se felicitarmi per la nascita di un novello DANILO DOLCI, filosofo, pensatore, attivista non violento, assertore della pedagogia MAIEUTICA basata sul contatto diretto, attraverso, appunto, il dialogo per una partecipazione collettiva. Oppure rabbrividire solo al pensiero che uno come lui (o per lui) ti venga a bussare alla porta…per CONVINCERTI.

Prima di scrivere, ho avuto l’accortezza di controllare le news del mattino e posso quindi affermare che, al momento, VITO PIRARO(CI) si trova ancora in un partito di centro. Questo lo dico perché voglio esprimere una mia personale convinzione: per un VERO politico, oggi, non credo ci sia un Partito che degnamente lo rappresenti, così come per un VERO cristiano non c’è una  Chiesa. Vediamo infatti cosa succede anche al di là e fuori del partito NOI MODERATI con cui si è presentato il nostro fenomeno.

Spostiamo l’attenzione su politici – o più correttamente personaggi o figuri – di sinistra  che in queste postelezioni cercano di recuperare visibilità, ristabilire rendite di posizione, pararsi il culo proprio e attentare a quello degli altri possibili contendenti. Nello specifico, vorrei soffermarmi sulla compagine progressista vibonese, dove mi pare che, tirando le somme, hanno raccolto pochi “cerasi”…ma, per il resto,  non so come sono rimasti, né intendo indagare. Un certo ERNESTO ALECCI, del PD, odiatissimo dagli ultimi dirigenti rimasti del partito locale provinciale e sconosciuto al popolo votante, è il solo eletto nella cicoscrizione di centro a rappresentare la sinistra, stoccafissando MAMMOLITI e LO SCHIAVO uscenti.

Questo risultato è stato in gran parte merito di un certo ENZO MIRABELLO di cui io, che pur provato, seguo la POLITICA locale, non ne sapevo l’esistenza fino a poco tempo fa quando qualcuno mi ha informato che era un intraprendente “gazzosaro” adottato dalla classe dirigente del PD di Vibo. Ho avuto modo di conoscerlo meglio negli ultimi mesi quando inizia a fomentare una conventicola di autostoppisti della politica, che avevano guadagnato un posto nella cabina del catorcio comunale guidato dal SindacoAGGARBATUNI, tentando più volte di mandarlo fuori strada, fingendo invece di volerlo soccorrere, fino a fargli venire i vermi. Ora, forte del risultato elettorale, assieme agli altri zerbini, parzialmente ripuliti del vincitore ALECCI, ribussa alla porta dell’AGGARBATUNI per somministrargli una massiccia dose di VERMOX ed ottenere così qualche Assessorato.

Questo succede a sinistra, o più  correttamente intorno all’area del PD che abusivamente, secondo un mio modesto giudizio, occupa questo spazio. Dell’obbligo, poi, che dovrebbe correre tra quelli di quest’area di trovare un lavoro, anzi prima ancora un mestiere, al povero MAMMOLITI, lasciamo che se la sbrighino loro o che siano i Servizi Sociali ad occuparsene.

Un altro trombato che fa dichiarazioni, chissà a quale suocera o nuora perché chissà quale suppessera o comare intenda, è il notaio ANTONIO LO SCHIAVO che lamenta di aver raccolto, con la lista AVS, un fottio di voti, e, ciononostante, non avercela fatta…cosa che, secondo lui, si sarebbe ottenuto se si fosse candidato più  comodamente con TRIDICO; senza considerare, dico io, che avrebbe certamente scasciato se si fosse candidato molto più coerentemente con FdI. Ricordiamoci che questo TUPAMARO è il Federatore della Sinistra Vibonese. E quindi?

Tre gli eredi di GRAMSCI: LO SCHIAVO, ALECCI e MIRABELLO che continueranno nei prossimi anni a combattere sulle barricate chi al Comune, chi alla Regione, e chi nei bar. Tre Sovversivi, Antagonisti, Insurrezionalisti che sono cresciuti “a pani ‘i casa e lotta di classe”. Loro che se dovessero incidentalmente avere un contatto con un operaio, un disoccupato, un precario, un lavoratore in nero, un senzacasa correrebbero a buttarsi in piscina e strigliarsi in acqua bollente con lana d’acciaio e Lysoform. Che la sola bandiera rossa con cui sono venuti a contatto nella loro storia di militanti è quella che si fa sventolare su uno yacht in situazioni di pericolo. Che il solo rosso che li attraeva da adolescenti era quello che compariva assieme alla scritta “vietata la visione a un pubblico inferiore ai 18 anni”. Ora hanno avuto un risveglio di coscienze? Bene, prendano allora le loro automobili, le vendano e, col ricavato distribuito equamente  ai ceti proletari della provincia, eviterebbero conflittualità e vertenze salariali per almeno la durata di un contratto di lavoro.

Del resto la cosa più prossima e condivisa che in assoluto li avvicina alla sinistra è paradossalmente l’amicizia con VITO PITARO, il quale in questi giorni di profondo smarrimento e rammarico per loro, troverà occasione di organizzare una rimpatriata consolatrice come si conviene ad avversari che tanto bene si vogliono e tanto RISPETTO si portano. Chi bene non si vuole e rispetto non si porta (e parlo in generale e non specificamente con riferimento a questi tre ingordi accumulatori di ricchezze e del loro schieramento) è chi va a votare sereno, sentendosi libero, come se andasse a sottoscrivere un investimento personale con la garanzia di un miglioramento sociale e un un certo, congruo vantaggio a livello personale e collettivo.

Senza mai dubitare che quel voto che gli è chiesto non a questo serve. E non sospetta che dietro quell’indicazioe si celi tanta MASCALZONERIA che consente a MENTITORI SERIALI di attingere in forme diverse, grazie a loro, somme di danaro da distribuire beneficiando se’ stessi e tanti bavosi sostenitori e mantenucoli del loro esclusivo cerchio magico. Per cui, se decidete in futuro di andare a votare, siate Voi a decidere anche  per chi votare o meglio ancora COSA votare. E a chi cerca di manipolarvi, tanti calci nel culo fino a restare scalzi e col piede dolorante.