COSENZA. BENVENUTI NEL “PRONTO SOCCORSO DELL’INCREDIBILE”
A Cosenza non serve Netflix. Basta farsi un giro al Pronto Soccorso per vivere in diretta una serie tragicomica tra realismo magico e sciatteria amministrativa. La denuncia di oggi arriva da Nadia Perrone, nipote di un anziano paziente che, dopo una caduta in casa, ha osato pensare che recarsi autonomamente al Pronto Soccorso fosse una buona idea. Ingenua. Arriva al Triage… e qui parte la sceneggiata: le dicono, senza neanche sforzarsi di aggiungere un velo di pietismo e professionalità, che non ci sono barelle. Zero. Finite. Sparite come i fondi per la sanità. Le testuali parole? “Si inventi qualcosa”. Tradotto: arrangiatevi. Il motto non ufficiale — ma molto praticato — del Pronto Soccorso di Cosenza.
I parenti vengono praticamente buttati fuori, lasciati al freddo e al caso, come se fosse normale. Nessuna presa in carico, nessuna assistenza, nessuna umanità. “Se trovate qualcuno là fuori che vi aiuta, buon per voi.” E infatti qualcuno lo trovano: il 118. Sì, avete capito bene: dal Pronto Soccorso ti mandano a chiamare il 118.
Siamo oltre il paradosso. È come andare al Comune per fare la carta d’identità e sentirsi dire: “Chiami Striscia la Notizia che forse gliela fanno prima”.
Per fortuna — e teniamoci forte alla sedia — arrivano i soccorritori del 118, quelli veri, con coscienza, professionalità e quel senso del dovere che in ospedale pare “optional”. Loro sì che si prendono cura del paziente e dei familiari. Ed è già tutto dire quando a salvare la situazione non è il Pronto Soccorso… ma chi dovrebbe portarti al Pronto Soccorso. E allora la domanda non è più: come sta la sanità calabrese? La domanda vera è: in che diavolo di condizioni sono messi gli operatori a gestire un reparto così delicato?
Il Pronto Soccorso di Cosenza si conferma, ancora una volta, non un presidio di cure, ma un teatro dell’assurdo. Una struttura affidata — parole della stessa cittadina — a persone “che non sono state messe in grado di svolgere il proprio lavoro”. E noi aggiungiamo: qui non manca solo la vergogna… manca proprio la base del concetto di “pronto” e di “soccorso”. Benvenuti nel Pronto Soccorso dell’Incredibile, dove i pazienti non vengono presi in carico: vengono presi in giro.









