Ospedale di Cosenza: il simbolo di un sistema che non funziona
L’esperienza all’interno dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza rivela un quadro desolante di inefficienze e disorganizzazione. Gli ascensori si bloccano o restano fuori servizio per giorni, costringendo pazienti e operatori a spostamenti difficoltosi tra i reparti. I pavimenti irregolari, che sembrano un tagadà in continuo movimento, peggiorano le sofferenze di chi già convive con il dolore.
La gestione del personale mostra gravi carenze: operatori socio-sanitari spesso inadeguati, tirocinanti privi di reale formazione comunicativa e pazienti lasciati in condizioni igieniche precarie. I pasti, di scarsa qualità, completano un quadro che mette a dura prova non solo la salute ma anche la dignità delle persone ricoverate.
A rendere tutto più difficile, la frammentazione nella comunicazione tra i medici: i dottori di turno spesso non conoscono la situazione clinica dei pazienti, creando confusione e sfiducia. Alcuni primari, più attenti al ruolo che ai risultati, sembrano dimenticare il senso della propria professione.
Emblematico il caso di chi, dopo tredici giorni di attesa con una lussazione e frammenti ossei nel braccio, è stato infine costretto a un terzo intervento per errori e ritardi evitabili. In mezzo a questo scenario, l’unica figura davvero competente sembra un giovane medico: a lui, il consiglio amaro ma realistico è di cercare altrove un contesto in cui possa crescere professionalmente, perché in Calabria il sistema sanitario, così com’è, sembra difficile da cambiare.
Lettera firmata









