Lettera aperta al sindaco
Da una madre che chiede solo rispetto per la propria figlia
Signor Sindaco, FRANZ CARUSO
mi chiamo Silvana Filice e sono la mamma di Angela, la mia bambina che ho perso nel lontano 1985, quando aveva solo sette anni. Da allora, ogni volta che andavo al cimitero, portavo con me tutto il mio amore e il mio dolore, ma anche un po’ di pace, perché sapevo che almeno lì la mia Angela riposava serena.
Oggi quella pace non c’è più.
Dal 18 febbraio di quest’anno, mia figlia è stata tolta dal loculo per essere sistemata nella terra… ma non è mai stata sistemata da nessuna parte. Da mesi il suo corpo giace nella camera mortuaria, come se fosse invisibile, dimenticato da tutti.
Io vado al cimitero e piango davanti a una lapide vuota, senza sapere dove si trovi davvero mia figlia. È una sofferenza che non si può spiegare. È come se me l’avessero portata via una seconda volta.
Mi chiedo: è possibile che in questa città i morti non meritino rispetto?
È possibile che una madre debba mendicare pietà per vedere la figlia riposare in pace dopo 47 anni?
Non chiedo miracoli, signor sindaco.
Chiedo solo che Angela abbia il posto che le spetta, che le sue ossa trovino finalmente riposo, e che una madre anziana possa tornare a portarle un fiore sapendo che la sua bambina è lì, dove deve essere.
La prego, non resti indifferente.
Venga al cimitero, guardi con i suoi occhi, senta con il suo cuore.
Perché chi non rispetta i morti, non rispetta neppure i vivi.
Con dolore, ma anche con la speranza che qualcuno mi ascolti,
Silvana Filice
Una madre che da 47 anni vive con un vuoto che nessuno potrà mai colmare









