Osama Njeem Almasri, ex capo della polizia giudiziaria libica e comandante della milizia Rada, è stato arrestato su ordine della Procura generale di Tripoli con l’accusa di aver commesso torture e violenze ai danni dei detenuti nel carcere di Mitiga, nella capitale. A comunicarlo è stessa Procura, che negli ultimi giorni ha ascoltato le testimonianze delle vittime. Almasri era stato fermato in Italia il 19 gennaio su mandato della Corte penale internazionale, con le accuse di crimini di guerra e contro l’umanità, ma nell’arco di pochi giorni era stato scarcerato e riportato in Libia su un volo dei servizi, a causa dell’inerzia del ministero della Giustizia che scelse di non chiedere la convalida dell’arresto e l’applicazione di una misura cautelare. Dalla vicenda è nato un caso politico-giudiziario che ha portato all’apertura di un’indagine per favoreggiamento a carico dei ministri della Giustizia e dell’Interno, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, e dell’Autorità delegata all’intelligence Alfredo Mantovano: nonostante la richiesta di rinvio a giudizio arrivata dal Tribunale dei ministri, la Camera ha negato l’autorizzazione a procedere e il fascicolo ha dovuto essere archiviato.
CONTE: “CHE UMILIAZIONE”
Giuseppe Conte: “Che umiliazione per il Governo Meloni. Alla fine Almasri, un torturatore con accuse anche per stupri su bambini, è stato arrestato in Libia. Invece la nostra premier e i nostri ministri lo hanno fatto rientrare a casa con voli di Stato, con la nostra bandiera, calpestando il diritto internazionale e la Corte Penale internazionale, il cui Statuto a tutela dei diritti è stato firmato a Roma. Ora diranno che anche la Procura generale in Libia è un nemico del Governo? Che vergogna per la nostra immagine. Non è questa l’Italia”.
SCHLEIN: “FIGURA VERGOGNOSA”
Elly Schlein: “Le autorità libiche hanno ordinato l’arresto di Almasri, per tortura e omicidio. Lo stesso criminale che Meloni, Nordio e Piantedosi hanno liberato e riaccompagnato a casa con un volo di Stato, dopo che la magistratura e le forze dell’ordine italiane lo avevano fermato nel nostro Paese per il mandato d’arresto della Corte Penale internazionale.
Evidentemente per la procura in Libia il diritto internazionale non vale ‘solo fino a un certo punto’, come per il governo italiano. Questa è una figura vergognosa a livello internazionale per cui il governo deve chiedere scusa agli italiani”.









