Reggio, all’aeroporto serve la concorrenza. Richichi punge Occhiuto: “Bisogna smetterla di legarsi solo a Ryanair”

Evitare che «il futuro dell’aeroporto dipenda esclusivamente da una sola compagnia e dai contributi pubblici»: da questo presupposto si sviluppa il ragionamento di Domenico Francesco Richichi, ex assessore comunale all’urbanistica con delega al “Tito Minniti”, che ricorda l’esperienza vissuta con Alitalia, causa probabilmente del declino dello scalo negli anni passati.
Richichi parte dalle notizie di questi giorni: “Ita Airways annuncia il taglio dei collegamenti con Linate e Fiumicino nonostante si incrementi il numero dei passeggeri. La domanda che sorge spontanea è: come mai, con più passeggeri, diminuiscono i voli? La  risposta è semplice: è la conseguenza diretta dell’arrivo a Reggio di Ryanair  come unica compagnia aerea sovvenzionata con fondi europei, statali e regionali. Grazie a questi contributi pubblici – incalza l’ex assessore comunale –Ryanair può offrire voli da Reggio a Roma e Milano a tariffe molto più basse rispetto a quelle delle altre compagnie, come Ita Airways, che invece non beneficia di tali aiuti. Di fronte a una concorrenza “agevolata”, Ita non è in grado di mantenere prezzi competitivi e, di conseguenza, è costretta a ritirarsi dallo scalo reggino. E’ l’effetto collaterale di una scelta politica ed economica precisa: far volare a Reggio Calabria Ryanair e non altre compagnie, utilizzando fondi pubblici”.

Richichi continua: “Questi finanziamenti hanno l’obiettivo di garantire la cosiddetta “continuità territoriale” ovvero assicurare collegamenti aerei a prezzi calmierati per le zone geograficamente svantaggiate, come è per la Sardegna, Trapani e Ancona. L’assegnazione dei fondi, normalmente, avviene tramite gara pubblica gestita da Roma. Il meccanismo è semplice: si stabilisce una tariffa agevolata per i passeggeri e la differenza tra il prezzo reale e quello pagato dal viaggiatore viene coperto dal contributo pubblico. La compagnia che offre il servizio al costo più basso si aggiudica la tratta. Nel caso di Reggio (e in parte anche di Lamezia e Crotone) non è chiaro con quale formula giuridica siano state assegnate le tratte, visto che non risulta alcuna gara di appalto bandita da Enac per i collegamenti in atto. Tutto – prosegue Richichi – lascia quindi pensare ad un accordo diretto tra Ryanair, verosimilmente unica compagnia disposta a operare nello scalo reggino alle condizioni proposte, e la Regione Calabria. Un vantaggio che durerà finché saranno disponibili fondi pubblici”.

Da qui le conclusioni: “L’arrivo di Ryanair ha, comunque, dimostrato la grande potenzialità dell’aeroporto dello Stretto, che serve un bacino di quasi un milione di abitanti e può diventare un volano per lo sviluppo turistico e fieristico dell’intera area. I numeri dei passeggeri in aumento lo confermano: la domanda esiste, e cresce. Ma il mercato segue regole ferree. Quando si sostiene un solo operatore con fondi pubblici, le altre compagnie vengono automaticamente escluse, e il sistema rischia di restare monopolizzato da un solo vettore. È quanto sta accadendo oggi, con l’annuncio del ritiro di ITA Airways dalle rotte per Roma e Milano. Nonostante tutto, i risultati ottenuti finora dimostrano che la strada intrapresa può funzionare: l’aeroporto dello Stretto è finalmente tornato al centro della mobilità calabrese (e, in parte, siciliana).Occorre però proseguire con trasparenza, equilibrio e regole certe, utilizzando fondi e strumenti giuridici che favoriscano una reale concorrenza e la stabilità dei collegamenti, evitando che il futuro dello scalo dipenda esclusivamente da una sola compagnia e dai contributi pubblici. L’errore fatto in passato con la confessione del monopolio ad Alitalia, motivo allora del declino dell’aeroporto, deve rappresentare un insegnamento! Solo così la “porta del Sud” potrà consolidare il proprio ruolo strategico e garantire ai cittadini di Calabria e Sicilia — il “sud del sud” d’Italia — il diritto alla mobilità che troppo spesso è stato loro negato”.