Occhiuto e gli aeroporti: tutti gli uomini del presidente. I manager fidati di Ryanair e le indagini in corso

di Saverio Di Giorno

Sono tre i grandi temi che mostrano come Occhiuto abbia fondato il suo potere svendendo la Calabria pur di racimolare false bandiere. La sanità su tutti, il ponte (ormai crollato) e gli aeroporti. Grandi gruppi imprenditoriali, colletti bianchi e padroni locali e clan. Sono questi gli investitori verso cui Occhiuto ha indebitato la Calabria. Sulla sanità ogni giorno il racconto si fa più drammatico, ma gli altri due nodi sono da monitorare ugualmente.

Se qualche tempo fa ci siamo occupati del Ponte adesso tocca agli aeroporti e alla Sacal. Anche in questo caso a guadagnarci non è mai la Calabria. Nel caso del ponte tra indennizzi per gli espropri e clausole a guadagnarci sono i clan reggini e messinesi (Piromalli e Mancuso) e i grandi gruppi industriali pieni di debiti (Weibuld). Qui l’articolo completo: https://www.iacchite.blog/ponte-sullo-stretto-bocciato-e-destra-nel-panico-ecco-perche-occhiuto-e-i-suoi-compari-devono-pagare-una-cambiale-ai-piromalli-e-ai-mancuso/.

Nel caso aeroporti invece, oltre a Ryanair c’è un gruppo di dirigenti e relative assunzioni. In Sacal, Occhiuto sta replicando un modello uguale identico – con gli stessi nomi e le stesse aziende – che era stato già presente in Veneto, in Puglia e in Sicilia. Anche con qualche indagine poi finita nel nulla. La costante riguarda il manager Marco Franchini e l’architetto Francesco Angarano in tre contesti specifici: l’aeroporto Catullo di Verona, gli Aeroporti di Puglia e l’attuale gestione di Sacal in Calabria. Quando ci sono loro, ci sono episodi gestionali controversi, con indagini (poi chiuse senza esiti) e ci sono le operazioni commerciali di Ryanair. Il sospetto ruota sempre intorno alla controversa politica della compagnia aerea e agli accordi di incentivazione nelle aree periferiche, spesso sospettati di essere un modo per celare aiuti di stato, e le consulenze professionali, in particolare quelle attribuite all’architetto Angarano, oggetto di scrupolo da parte degli organi di controllo. E infine la gestione di hangar e personale anche questo opaco.

Il triangolo: Franchini – Angarano – Ryanair

Marco Franchini è un manager veronese nato il 25 aprile 1957, la cui carriera è stata interamente dedicata alla gestione aeroportuale. Ha iniziato la sua attività all’Aeroporto Valerio Catullo di Verona, dove ha operato per circa un decennio, dal 1988 al 1998, ricoprendo il ruolo di “Funzionario Ufficio Affari Generali e Relazioni Esterne”. La tappa successiva e più duratura della sua carriera è stata la direzione generale di Aeroporti di Puglia S.p.A., dove ha lavorato dal 2001 al 2019. Esperienza conclusa per un incidente reputazionale. Dopo l’esperienza pugliese, Marco Franchini è stato nominato amministratore unico della Società Aeroportuale Calabrese (SACAL) nel maggio 2022. Occhiuto lo ha definito un “manager di grande qualità”.

Accanto al manager, l’architetto, laureato al Politecnico di Milano nel 1980. Tra i suoi clienti enti di rilievo come gli aeroporti di Brescia, Bergamo, Verona e la Società Esercizio Aeroporti di Puglia. In molti casi – casualmente – negli stessi anni di Franchini. Il suo curriculum vitae documenta una vasta serie di incarichi professionali per Aeroporti di Puglia, che coprono un arco temporale significativo, dal 2002 al 2014. In concomitanza quasi totale con la gestione di Marco Franchini. Evidentemente si fidano l’uno dell’altro, e ci mancherebbe altro. Angarano è presente anche sul sito ufficiale di SACAL, la società che attualmente gestisce gli aeroporti calabresi. E non sarebbe il primo se andiamo a riallacciare le storie emergono una serie di coincidenze.

I precedenti: Verona, Puglia fino in Calabria

Il primo caso è l’aeroporto Valerio Catullo di Verona. La Procura della Repubblica di Verona e la Corte dei Conti hanno aperto indagini sui conti dello scalo, e un’ulteriore inchiesta è stata avviata dalla Commissione Europea. L’elemento centrale di tali accertamenti è stato il contratto di incentivazione stipulato con la compagnia aerea low-cost Ryanair, del valore di 7 milioni di euro annui. La controversia è diventata pubblica quando Ryanair ha formalizzato il suo addio allo scalo, spostando 11 rotte verso altri aeroporti concorrenti. Le indagini hanno messo in luce che il contratto era finito nel mirino delle autorità per il sospetto di aiuti di stato, poiché l’aeroporto era finanziato prevalentemente da soggetti pubblici. Le inchieste della Corte dei Conti riguardavano specificamente la “gestione precedente”.

Il modello si ripresenta con maggiore evidenza nel contesto di Aeroporti di Puglia. In un’inchiesta della Procura di Bari, il Direttore Generale Marco Franchini è stato iscritto nel registro degli indagati insieme all’amministratore Giuseppe Acierno e al direttore amministrativo Patrizio Summo. L’accusa era di “abuso d’ufficio”, legata a un presunto illecito nella proroga, firmata nel 2014, di un contratto da 70 milioni di euro con Ryanair. L’ipotesi investigativa della Guardia di Finanza era che, per l’assegnazione dei fondi, Aeroporti di Puglia avrebbe dovuto procedere con una “procedura a evidenza pubblica”. A sua difesa, il management di Aeroporti di Puglia ha rilasciato una nota pubblica in cui ha sostenuto che nessuna disposizione di legge impone ai gestori aeroportuali l’obbligo di selezionare il contraente dei contratti di incentivazione con gare d’appalto. L’esito giudiziario ha dato ragione a questa posizione: ha archiviato il procedimento.

La Corte dei Conti ha avviato una separata indagine sulle consulenze professionali attribuite all’architetto Francesco Angarano. Le fonti indicano che Angarano e il suo studio avrebbero incassato parcelle per un totale di oltre 3 milioni di euro tra il 2002 e il 2013.Il rapporto di collaborazione ultradecennale, caratterizzato da pagamenti cospicui, si sovrappone interamente alla direzione generale di Marco Franchini in Puglia.

Il buco legale che sfrutta Ryanair

Le problematiche emerse dagli accordi con Ryanair non sono casi isolati ma sfruttano un’area grigia. La Commissione Europea ha aperto indagini anche su aeroporti spagnoli per sospetti di aiuti illeciti attraverso “accordi di co-marketing”. Anche in Italia, l’Antitrust ha avviato istruttorie su Ryanair per possibili “abuso di posizione dominante”. Il confine controverso sta nella differenza tra incentivo commerciale e aiuto di stato illegale.  Al netto di questo c’è però un pattern, ovvero un modello ricorrente e ogni volta che Ryanair va in piccoli aeroporti o in zone periferiche a dare il suo “aiuto” sul territorio ci sono Franchini e Angarano che evidentemente rappresentano un network professionale ben oleato.