Da poche ore Cosenza ha dato l’ultimo saluto a Giuseppe Milicchio, valente giornalista e impareggiabile radio-tele-cronista del Cosenza Calcio, che ha attraversato da grande protagonista almeno 50 anni di storia rossoblù. Lo stiamo ricordando degnamente e per come merita raccontando questa storia in diverse puntate. Prima gli anni Settanta, poi i primi anni Ottanta. Ieri la storica promozione in Serie B del 1988. E oggi il primo anno di quella Serie B attesa per 24 lunghissimi anni.
di Gabriele Carchidi
La Serie B tanto desiderata e finalmente conquistata aveva cambiato la nostra vita e anche le nostre “solite” pratiche giornalistiche ma soprattutto quelle del nostro essere “ultrà”. Giuseppe, come sempre più lungimirante di noi “sconvolti” aveva già capito che la nuova frontiera della Serie B non poteva che passare dall’organizzazione capillare delle trasferte. Già alla fine del campionato della promozione in B aveva sperimentato con grande successo i “treni speciali”.
Il primo in assoluto era stato quello per Francavilla e poi c’era stato quello per Monopoli. La società aveva capito e… pagato ma non poteva farlo per sempre e così Milicchio si era inventato tutta una serie di “trucchi del mestiere” per aggirare le tagliole dei biglietti. Andando per sintesi e utilizzando anche il ricordo degli ultrà più appassionati e senza entrare nei dettagli ché sarebbe davvero impossibile, possiamo parlare dei biglietti “i chira manera” che ci resero famosi in tutta Italia per la destrezza passionale… e chi doveva capire ha capito… Le mille volte che Milicchio ha messo faccia e firma per i treni speciali e per decine di pullman al seguito dei Lupi nuastri.
O magari le trattative per fare “un biglietto tre persone” ad ogni trasferta. O addirittura gli “assegni salvaultrà” quando non bastava più che i ragazzi dicessero ai controllori “chiedete al capocomitiva” che era, naturalmente, Piero Romeo. Da settembre 1988 è partito grazie soprattutto a Giuseppe un “RedBlueTour” che non è finito mai e ha portato una “comitiva” sempre nuova in giro per l’Italia.
Ma Giuseppe aveva ancora tanti altri fronti con cui destreggiarsi. Gianni Di Marzio aveva clamorosamente lasciato il timone della “Lupese” come la chiamavano Cenzino Speziale e Massimino Mazzotta e la società si era trovata improvvidamente “orfana” del capo indiscusso della “baracca”. E così Giuseppe, che da Di Marzio aveva imparato tanto, si butta a capofitto nell’organizzazione insieme al collaudato direttore sportivo Roberto Ranzani e diventa l’ombra di un altro personaggio essenziale per le fortune del nostro Cosenza: il segretario dei segretari, il ragioniere Tonino Covino, che si unisce alla “banda di Giuseppe” ormai collaudata ovvero quella con Mimmolino Corrente, Roberto Loria e Alfredo Rende, Anna Brogno (alla quale è stato affiancato un altro ragioniere di nome Scarnati per il settore giovanile), il dottore Costabile, il rampante Eugenio Caligiuri e il saggio Tonino Nunziata.
Milicchio è talmente avanti che lancia anche da noi l’idea delle prime leggendarie “hostess” allo stadio per rendere più professionale l’accoglienza ai tanti “forestieri” che arrivano da noi per la magica Serie B. E vi assicuro che abbiamo fatto un “figurone” con tutte le grandi potenze del calcio cadetto. Roba da non credere e infatti noi stessi non credevamo… ai nostri occhi.
Il nuovo mister Bruno Giorgi è l’esatto contrario di Di Marzio e sotto questo aspetto vive e lascia vivere e “tranquillizza” un po’ tutti anche se per le prime sette giornate i risultati non arrivano. Poi dalla vittoria al San Vito nel derby con la Reggina tutto si aggiusta, anche se il presidente Carratelli – contestato dopo una sconfitta in casa con la Cremonese – lascia il timone ad Antonio Serra. Arriveranno i celeberrimi nove risultati utili che ci proiettano in “zona A”, l’ospitata storica alla Domenica Sportiva di Sandro Ciotti, la doppietta di Padovano a Monza e la storica vittoria di Padova firmata Giorgio Venturin.
Ovviamente Giuseppe è in prima linea anche sul fronte giornalistico. Radio Cosenza Centrale lo supporta anche nel primo anno di Serie B mentre la “novità” è il passaggio di Milicchio da Rete Alfa alla “mia!” Cam Teletre. Giuseppe lascia l’ammiraglia di Federico Bria e Attilio Sabato e decide di virare verso la tivù rivale dove metterà su una bellissima trasmissione del lunedì per la quale chi vi scrive faceva l’inviato speciale nelle trasferte. In quella stagione non me ne persi manco una: diciannove su diciannove! 
Giuseppe trova persino il tempo di lanciare il periodico mensile del Cosenza Calcio: ne usciranno solo un paio di numeri ma fu lo stesso un’impresa memorabile. Quella Serie B tanto desiderata l’avevamo gustata tutta fino in fondo e poco c’era mancato che non facessimo il colpaccio della Serie A: solo quella maledetta classifica avulsa ci impedì di giocare almeno lo spareggio. Un vero peccato. Era impossibile non dedicare un capitolo a parte al primo storico campionato di Serie B del Cosenza dell’era moderna e anche se la stiamo facendo un po’ troppo lunga, c’è ancora tanto da raccontare di questi 50 anni di storia rossoblù vissuti insieme a Giuseppe Milicchio. Prossima puntata: gli anni Novanta.
4 – (continua)














