Ritorno con la Provincia di Catanzaro: grande speranza o povera illusione?

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di Biagio La Rizza

Fonte: Il Meridio

Delusione, rabbia, voglia di rivalsa. Sono questi i sentimenti percepibili in maniera netta nella popolazione delle Serre negli ultimi vent’anni. Delusione per le aspettative tradite riguardo ad un futuro che doveva essere di crescita e invece è diventato di privazioni; rabbia per aver visto gradualmente sottratti servizi, postazioni e anche centralità; voglia di rivalsa verso chi non ha considerato “la montagna” come una risorsa da valorizzare, ritenendola talvolta come qualcosa da tenere ai margini. Colpa forse di un sistema, di un periodo storico, di situazioni più grandi di una piccola Provincia del Mezzogiorno.

La proposta (ri)partita dal sindaco di Serra San Bruno Alfredo Barillari ha scaldato i cuori dei più accaniti sostenitori di un’identità mai davvero dimenticata, di una tendenza a percorrere le strade che portato al versante jonico e non a quello tirrenico. Nel comprensorio serrese, usando una metafora calcistica, si guarda ancora ad un mondo a tinte giallorosse e fare breccia con questo rampante cavallo di battaglia non è poi così difficile. Ecco perché all’idea si sono subito associati i sindaci di Brognaturo (Rossana Tassone), Simbario (Gennaro Crispo) e Fabrizia (Francesco Fazio). Non però quello per l’occasione più importante: Antonio Maria Rosso. Spadola, infatti, garantirebbe la continuità territoriale per dare efficacia all’iter e il gelo di Rosso è motivo di riflessione. Chi sostiene la causa catanzarese adduce motivi di sviluppo: sanità, viabilità, connessioni turistiche, tradizioni, legami religiosi portano al capoluogo di Regione, visto come fonte di efficienza ed anche di maggiore considerazione politica.

Rosso e chi la vede in modo simile invitano a porsi alcuni interrogativi: “andare altrove risolverebbe davvero i problemi? E, soprattutto, quali sono oggi le prospettive per le aree interne e di confine della Provincia di Catanzaro?”. La considerazione è ampia: “le Province, private di una reale autonomia finanziaria e di un mandato politico diretto, sono rimaste in una condizione di incertezza funzionale, con competenze limitate e risorse insufficienti. È necessario quindi ripensare il ruolo dell’ente intermedio attraverso una riforma organica a livello nazionale, che ne ridefinisca funzioni, rappresentanza e strumenti operativi. Finché le Regioni – rimarca Rosso – continueranno ad accentrare la programmazione e la gestione delle principali politiche pubbliche, l’esistenza delle Province continuerà a perdere progressivamente senso e legittimità, lasciando i territori privi di un vero punto di riferimento intermedio tra Comuni e Regione. Una riflessione di sistema su questo aspetto appare, oggi più che mai, indispensabile”. Tradotto: non mi pare il caso.

Sullo sfondo affiorano inoltre i dubbi ed i retropensieri di chi scorge una mossa operata in vista delle prossime elezioni comunali di Serra San Bruno.

Di tutt’altro avviso i sostenitori della linea Barillari: “la volontà del ritorno alle origini è stata certificata dalla raccolta firme, avvenuta nel 2018, che aveva prodotto oltre duemila adesioni, poi rese vane dallo stop di un precedente Consiglio comunale. Oggi – sostiene il sindaco serrese – il contesto, soprattutto politico, è diverso. C’è una maggioranza che si riconosce nei cittadini e che ne interpreta la volontà senza tradirla, anzi volendo seguire con coerenza le indicazioni di chi vive quotidianamente il territorio. Inoltre, è di estrema attualità il ripensamento a livello nazionale delle Province: questo passo rappresenterà un ulteriore spunto di riflessione che parte dal territorio e vuole arricchire il dibattito sulla riforma della legge Delrio”. E poi ci sono i “controdubbi”: conta più l’identità territoriale o quella politica?

Intanto, nella città della Certosa oggi lunedì 17 novembre alle 17 l’argomento sarà affrontato in Consiglio comunale. E c’è chi sogna di tornare alle vecchia “grande” Provincia di Catanzaro.