REGIONE CALABRIA: RIFORMA PER AUMENTARE ASSESSORI E SOTTOSEGRETARI, E INSIEME UNA LEGGE PER IMPEDIRE IL REFERENDUM. ESPERTI: “COLPO DI MANO SULLO STATUTO”
REGGIO CALABRIA – Due proposte di legge, presentate in contemporanea dalla maggioranza regionale, stanno aprendo un fronte politico infuocato al Consiglio regionale.
La prima punta a modificare lo Statuto per aumentare il numero degli assessori e introdurre fino a due sottosegretari alla Presidenza della Giunta.
La seconda – decisamente più delicata – ridefinisce le regole del referendum statutario, limitandolo ai soli casi di approvazione integrale dello Statuto, di fatto escludendo ogni revisione parziale dal controllo popolare.
Una combinazione che, secondo costituzionalisti e opposizioni, somiglia più a una mossa chirurgica che a un intervento tecnico: riformare lo Statuto aumentando la struttura politico-amministrativa, ed evitare che i cittadini possano opporsi.
LA RIFORMA DELLO STATUTO: PIÙ ASSESSORI E ARRIVANO I SOTTOSEGRETARI
La proposta di legge statutaria prevede due modifiche di grande rilievo:
- Aumento degli assessori
L’art. 35 dello Statuto oggi fissa in sette il numero massimo degli Assessori.
La maggioranza propone di sostituire il limite con una formula molto più ampia: “Nel numero massimo consentito dalla legge statale”. Di fatto, un ampliamento potenzialmente significativo della Giunta regionale.
- Introduzione dei sottosegretari regionali
Viene inserito un nuovo articolo: Art. 34-bis – Sottosegretari alla Presidenza della Giunta regionale. Che permette al Presidente:
- di nominare fino a due sottosegretari,
- che possono partecipare alle sedute di Giunta (senza voto),
- ampliando dunque in modo sensibile la struttura politica regionale.
Una riforma politico-istituzionale che, in qualunque Regione, sarebbe normalmente sottoposta a un forte scrutinio democratico.
LA SECONDA LEGGE: LIMITARE IL REFERENDUM PER EVITARE LA CONSULTAZIONE POPOLARE
Mentre modifica lo Statuto, la maggioranza presenta, contestualmente, una seconda proposta: la nuova disciplina del referendum previsto dall’art. 123 Cost.
In sostanza: il referendum si potrà chiedere solo quando viene approvato un nuovo Statuto nella sua interezza,
NON quando vengono approvate modifiche parziali, come quelle sugli Assessori e sui Sottosegretari. Una coincidenza che ha scatenato critiche durissime.
IL SOSPETTO: RIFORMARE LO STATUTO EVITANDO IL VAGLIO DEI CITTADINI
Secondo molti osservatori, la tempistica parla da sola. “Prima si aumentano Assessori e Sottosegretari; poi si impedisce ai cittadini di chiedere un referendum sulla riforma. È un doppio movimento che riduce la trasparenza e aggira la democrazia.”
L’articolo 58 dello Statuto calabrese – rubricato “Revisione dello Statuto” – prevede infatti che: “Lo Statuto è sottoposto a referendum…” senza distinguere tra modifiche totali e parziali.
La nuova legge all’esame del Consiglio introduce invece una distinzione mai prevista né dalla Costituzione, né dallo Statuto.
Il risultato? Le modifiche sulla composizione della Giunta e sui Sottosegretari non potrebbero più essere sottoposte a referendum popolare.
“RESTRIZIONE ILLEGITTIMA E PERICOLOSA”
Ed infatti:
- l’art. 123 Cost. non permette di restringere il referendum solo alle revisioni integrali;
- l’art. 58 Statuto disciplina l’intera “Revisione dello Statuto”, quindi include anche le modifiche parziali;
- una legge ordinaria non può limitare un potere democratico previsto dallo Statuto;
- si apre un varco che permetterebbe al Consiglio di modificare la forma di governo “a pezzi”, senza controllo popolare.
La conclusione è pesante: “La proposta crea uno Statuto modificabile ‘a tappe’, sottratto al giudizio degli elettori. È un vulnus gravissimo per la democrazia regionale.”
IL GOVERNO POTREBBE IMPUGNARE LA LEGGE
Diversi costituzionalisti ritengono probabile un intervento del Governo:
- l’art. 123 Cost. sarebbe violato,
- l’art. 58 Statuto, di rango para-costituzionale, alterato,
- i diritti politici compressi.
Una impugnazione davanti alla Corte costituzionale è ritenuta “altamente probabile”.
UN PASSAGGIO ISTITUZIONALE DESTINATO A FAR DISCUTERE
Le due proposte, considerate insieme, delineano:
- una riforma che aumenta l’assetto politico-amministrativo della Regione,
- e una legge che impedisce ai cittadini di giudicare tale scelta tramite referendum.
Il tema è delicatissimo: riguarda il cuore della democrazia regionale, il rapporto tra istituzioni e cittadini, e la natura stessa dello Statuto, la “Costituzione” della Calabria.
Il Consiglio regionale dovrà decidere: rafforzare la partecipazione popolare o restringerla? Aprirsi al giudizio dei cittadini o evitarlo? Vedremo fino a dove si spingerà la “Repubblica delle Banane… di Calabria”.









