La procura di Reggio Calabria ha chiesto in appello la condanna dell’ex senatore di Forza Italia Antonio Caridi, assolto in primo grado dall’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. La richiesta di riformare la sentenza di primo grado è stata fatta al termine della requisitoria del processo Gotha che si sta celebrando davanti la Corte d’appello di Reggio Calabria.
Nei confronti di Caridi, come riporta Ansa, la Dda reggina ha presentato ricorso dopo che il tribunale, nella sentenza emessa nel 2021 e depositata due anni più tardi, aveva scritto che: “non vi sono elementi, tratti dalle intercettazioni, per poter affermare che prendesse parte alla struttura riservata della ‘ndrangheta”.
L’accusa ha contestato il ragionamento dei giudici di primo grado secondo cui i riferimenti a Caridi fatti dai pentiti “sono tutti generici e privi di circostanze specifiche idonee a individuare il ruolo specifico che il politico avrebbe svolto all’interno delle singole famiglie criminali”.
Nella requisitoria di ieri, fatta eccezione per la prescrizione per un reato minore contestato a uno degli imputati e la riduzione di un anno della pena per un altro, i pm Giuseppe Lombardo, Stefano Musolino, Sara Amerio e Francesco Tedesco hanno chiesto anche la conferma della sentenza di primo grado delle 14 condanne inflitte.
Tra gli altri imputati, figurano l’avvocato ed ex parlamentare del Psdi, Paolo Romeo, condannato a 25 anni di reclusione in primo grado, l’ex consigliere e assessore regionale di centrodestra, l’avvocato Alberto Sarra, condannato in primo grado per concorso esterno a 13 anni; il sacerdote don Pino Strangio, ex parroco di San Luca, condannato in primo grado, a 9 anni e 4 mesi di carcere per concorso esterno con la ‘ndrangheta.
Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa e concorso esterno. Mercoledì 17 dicembre avranno inizio le arringhe della difesa che si concluderanno nei primi mesi del 2026 quando la Corte d’appello emetterà la sua sentenza.









