di Rocco Tripodi
La notizia di ieri mattina era che il giorno prima- quindi avantieri – è andato in scena nella città di Vibo Valentia uno spettacolo che neanche nelle “peggiori commissioni consiliari” di CARACAS si rappresenta, per di più nella Giornata mondiale della gentilezza. Secondo scarne notizie di ancora più scarni giornali, i protagonisti sono un soggetto che abitualmente si fa notare in questi contesti, negli stessi giorni in cui si registra la presenza della consigliera Maria Rosaria NESCI, e la NESCI stessa.
Si sarebbero PARAPIGLIATI fuori dell’aula consiliare. Durante le sedute delle Commissioni non è prevista la presenza di un agente della polizia locale. Presenza assicurata invece durante i consigli comunali inquanto vuole essere un deterrente contro una eventuale furia devastatrice di folle sclerate e furenti che irrompono manifestando oltre il “pacifico” dissenso. Di quanto accaduto ci sono, pare, diverse testimonianze che parlano di aggressione, schiaffi, prese per la gola, urla, invocazioni di aiuto, interventi in soccorso con tanto di nomi, soprattutto di colleghi che dichiarano di essere stati minacciati, a loro volta, durante i fatti nel corridoio, e privatamente anche dopo. Di più, all’esterno, tra la gente civile, non si è saputo. Ma lo svolgimento del fattaccio a noi tutti è sembrato di inaudita e brutale gravità.
Dopo questa introduzione, sarà la volta buona che mi becco una querela… non dai nostri permalosi politici locali, bensì dai politici di Caracas per aver leso la loro immagine paragonandoli ai loro colleghi vibonesi. Molti si chiedono del perché dell’assenza del vigile urbano.
Se è per questo non c’era, nemmeno la DIGOS, e nemmeno i reparti antisommossa della Celere, ma è anche vero che non si è presentato un allarme, non c’è stato un antefatto, una provocazione che ne richiedesse la loro presenza per contrastare una eventuale occupazione o aggressione da parte dei cittadini. A questo dovrebbero servire le forze dell’ordine in un edificio pubblico di rappresentanza. Figuriamoci! Ormai nel municipio di Vibo, da quando hanno esternalizzato la riscossione dei tributi, i Vibonesi non hanno più messo piede in quel palazzo, non avendo più stimoli, interessi, curiosità e sopratutto fegato. Men che meno per assistere alle sedute degli sciatti, incolore, melmosi ASSEMBLAGGI di inconsistenti consiglieri comunali. In quei luoghi sono decenni che non vengono rappresentati gli interessi e i bisogni della gente che sa di non contare ed evita perciò di legittimarli assicurandogli anche la loro presenza.
Invece tutto ciò che con una certa frequenza riguarda le storie inquietanti dei loro rappresentanti per di più riportate nelle diverse testimonianze scritte ma anche orali, riscuote sempre un certo interesse tra i cittadini. Sono vicende o fatti di cronaca personali, ma che trattandosi di politici, tecnici, dirigenti ad essere protagonisti o (apparentemente) vittime, sono oggetto di particolari attenzioni. Quando non sono loro, lo sono i loro congiunti che, magari involontariamente, li chiamano in causa. Parlo di quei consiglieri che in aula si lanciano emettendo grugniti, con postura da cinghiale ferito mirando col capoccione il naso di un cittadino (uno che “pari ca non ci curpa”) fermo nello spazio riservato al pubblico. Padri che nell’imminenza dello scontro anziché pacificare gli animi, si frappongono ammonendo l’altro con un elegante ed edificante “Ma tu sai cu su io?”. Esponenti del Consiglio che mandano al pronto soccorso la loro “metà”. O altri a cui la “metà” gliela picchiano a bastonate, o ancora peggio non la “metà” gli aggrediscono, ma addirittura, gli infami, arrivano a colpire la macchina.
Una serie di fattacci e fatterelli esecrabili comunque e a prescindere, di cui alcune volte non si è potuto fare a meno di darne notizia, ma dei quali NON SI È MAI INDIVIDUATO UN RISVOLTO POLITICO e tantomeno nulla si è mai saputo sugli sviluppi e conclusioni delle indagini.
Ma ecco che si fa sera e allora contrordine compagni! Riponete le baionette e rintanatevi in trincea. Ma quando mai? …Ma quale aggressione… Mai stata violenza. Tornate alle vostre case…non è successo niente!
Soltanto isterismi collettivi di un popolino pruriginoso e pittuluni. Un malignusu fraintendimento. Una volgare mistificazione dei fatti. E così tutto viene alla fine chiarito dall’interessata. NESSUNA VIOLENZA. Certo è che ieri mattina stazionava fuori dal municipio con atteggiamento vigile una pattuglia della DIGOS. Strano visto che è stato poi assodato che il giorno prima nessuna aggressione c’era stata. Io, a questo punto, non conoscendo le spiegazioni date, ho provato comunque a farne una mia plausibile ricostruzione: le urla dei due si erano rese necessarie perché, data l’eccitazione abituale e rumorosa dei colleghi, si sono trovati costretti anche loro due ad alzare i toni per meglio COMPRENDERE QUANTO AVEVANO DA DIRSI. Quelli che hanno notato svolazzamento di mani in prossimità del viso della Consigliera erano talmente distanti da non poter distinguere il nugolo di zanzare che minacciose puntavano la Consigliera, mentre prontamente venivano schiacciate e allontanate con le mani dal suo conoscente che per buona sorte di lei le era vicino.
Le minacce che il consigliere Nico Console, intervenuto, equivocando pensava fossero rivolte alla sua collega e a lui e anche successivamente in privato, erano state in realtà imprecazioni rivolte alle zanzare più ostinate; e non AIUTO chiedeva la Consigliera, bensì AUTAN… Le mani intorno al collo poi, anche quello un equivoco: è possibile che il conoscente fosse lì, perché incaricato di prenderle le misure del collo per un collier che le sarà regalato a Natale.
E noi le crediamo. In fondo come non dare credito ad una classe politica che ha sempre dato prova di sobrietà, compostezza e rispetto per il ruolo. E rigettare le favolette sciocche maliziose e volgari con cui ama sollazzarsi il popolino vibonese, decerebrato a puntino.
Ogni classe politica ha il suo popolo e viceversa. Noi una classe politica l’abbiamo persa ed anche un popolo. Questa restatina di popolo inconsistente che ha portato al banco dei pegni i pochi alibi storici che gli erano rimasti, viene rappresentato autorevolmente da illustri antropologi nei loro apprezzati studi sulla Partenza, la Restanza, la Ritornanza e tante altre ANZE ancora. A loro suggerirei di arricchire la loro ricerca con un più aggiornato elemento identificativo fortemente condizionante del nostro popolo che è la WCnanza.









