Il 24 novembre 2009, in un appartamento di piazza Prealpi a Milano, veniva assassinata Lea Garofalo, testimone di giustizia di Petilia Policastro, madre di Denise ed ex compagna di Carlo Cosco, uomo della ’ndrangheta e suo assassino. Anche quest’anno, nel sedicesimo anniversario della sua morte, la città di Milano ricorda la donna calabrese che ha avuto il coraggio di ribellarsi alla criminalità organizzata, divenendo vittima della violenza mafiosa e di quella maschile. «La storia di Lea Garofalo – dichiara l’assessore Gaia Romani – ferisce, indigna e ti resta addosso. È l’assassinio di una doppia matrice, quella della violenza maschile e della brutalità mafiosa. Una storia che colpì profondamente Milano, la città in cui Lea aveva cercato il riscatto per sé e per sua figlia Denise, e la possibilità di costruire una vita nuova, finalmente libera dalla protervia meschina e maschilista della ’drangheta.Oggi, a sedici anni dal suo terribile assassinio, Milano non vuole dimenticare, ma trasformare la sua storia in memoria viva».
Intanto, ieri il cimitero monumentale di Milano – dove Lea Garofalo riposa – ha ospitato lo spettacolo teatrale “Pi amuri – Ballata per fiori innamorati”.
Oggi, alle 19, si terrà poi il tradizionale corteo promosso da Libera, con la collaborazione del Comune di Milano. Il percorso si concluderà al giardino comunitario di viale Montello 3, dedicato a Lea Garofalo, dove si terranno gli interventi istituzionali.









