Nella nostra inchiesta sull’Arpacal, ci siamo imbattuti in una signora in pensione, tale Silvana Naccarato, che è stata immediatamente nominata dal commissario Maria Francesca Gatto dopo il suo insediamento. Nell’articolo in questione abbiamo fatto cenno genericamente ai suoi trascorsi con Mario Oliverio alla Provincia di Cosenza ma, grazie a questa lettera, siamo in grado di saperne molto ma molto di più.
Il gran casino dell’Arpacal, le pupille del commissario: Silvana Naccarato e Sonia Serra
di Michele Chiodo*
La potentissima e scaltra Signora Silvana Naccarato è una unta dal Signore.
Cioè, è una predestinata a lavorare nella pubblica amministrazione: senza la preoccupazione di dover esibire parametri curriculari e senza il patema di dover affrontare concorsi pubblici; senza soprattutto che i limiti di età per lei (ora circa 67 anni suonati) costituiscano un ostacolo nel far carriera. Se non erro è nata un po’ prima del 1950: mentre i nostri figli (generazione perduta) sono eternamente a spasso.
Di seguito vado a spiegare i perché delle innumerevoli regalie di cui ha goduto e continua a godere a ben 67 anni di età: suonati!
Se la memoria non mi inganna, l’allora giovanissima e rampante Naccarato, all’epoca disoccupata, è stata assunta presso l’Amministrazione Provinciale di Cosenza per chiamata diretta, grazie al varo della famigerata Legge dello Stato n. 285/1977 (avente per oggetto “Provvedimenti per l’occupazione giovanile”).
Fa gavetta e sotto l’Amministrazione di Gerardo Mario Oliverio, che siede sulla poltrona di Presidente (una Presidenza durata ben 10 anni: dal 2004 al 2014), accede alla carriera dirigenziale diventando dirigente del personale della Provincia medesima.
Poi, il 28 aprile 2011, conservando la carica dirigenziale originaria, ottiene pure una seconda (contestuale) nomina di Direttore della Biblioteca Civica di Cosenza: ma non abbandona mai l’ufficio regale e super elegante della Provincia, dedicando alla Biblioteca comparse sporadiche e competenze assai scarse in materia di Biblioteconomia.
Lei ha sostenuto solamente 2 esami di biblioteconomia per conseguire la Laurea in Lettere, mentre alcuni dipendenti della carriera apicale della Biblioteca erano (da almeno un trentennio!) in possesso di Master pluriennale in Materia di Biblioteconomia presso l’Università “la Sapienza” di Roma.
Ma la Nobile Biblioteca Civica è stata ridotta al ruolo di Cenerentola al servizio della politica e dei voraci partitocrati cosentini: per loro contano gli amici degli amici, le escort e i gigolò (se eventualmente, in quel dato momento, li passa il convento). Insomma, con la nomina della Naccarato, i dipendenti interni della pianta organica della Biblioteca Civica di Cosenza, aventi titoli specialistici e con all’attivo pure attività dirigenziale nel ruolo di Direttore Facente Funzioni della Biblioteca medesima vengono violentemente rimossi dalle funzioni e dal ruolo e ridotti al rango di usciere: mobbing spietato!
Non solo: i poveri dipendenti, privi di protezioni e garanzie di legge, vengono pure derubati delle competenze stipendiali che il ruolo di Direttore prevede.
Vediamo come e perché la corruzione regna sovrana alla Biblioteca Civica.
Dicevamo dell’anno del Signore 2011: la Biblioteca Civica di Cosenza è Ente morale Autonomo (eretto giuridicamente nel 1917 con Decreto Luogotenenziale del Regno d’Italia) e che dispone di una propria pianta organica e di un proprio CDA. Dunque, c’è da chiedersi: che c’entrano gli impiegati della Provincia con gli impiegati della Biblioteca?
Ma, per preparare il terreno alla Naccarato, il CDA della Biblioteca era stato preventivamente preparato dal PD di Cosenza, per mezzo dell’onnipotente Gerardo Mario Oliverio e dell’allora sindaco di Cosenza Salvatore Perugini (in quanto Provincia e Comune sono enti finanziatori esterni della Biblioteca medesima e nominano il CDA al 50%).
Ripeto, all’atto della nomina della Naccarato il CDA della Biblioteca era tutto a guida PD e regnavano gli accordi trasversali, benedetti dai Signori del PD di origine cosentina, ma con poltrone politiche nei palazzi Romani.

I consiglieri nominati dal Presidente Oliverio erano Maria Francesca Corigliano (assessore alla Cultura della Provincia) e Gaetano Pignanelli (dirigente dell’Ufficio Legale della Provincia) mentre i consiglieri nominati dal sindaco Perugini erano i Signori Damiano Covelli e Antonio Ciacco.
Ma già un anno prima sui verbali del CDA risultava che la Signora Stefania Covello (che aveva preceduto nell’assessorato la Corigliano), proponeva come direttrice della “Civica” la Naccarato.
Insomma, il CDA era un’autentica bocca di fuoco del PD cosentino, e i mecenati-protettori regnanti al Comune e alla Provincia di Cosenza ne approfittavano per sistemare la Silvana Naccarato come Direttrice della bistrattata Biblioteca, il cui inestimabile patrimonio librario antico, raro e di pregio veniva lasciato a marcire nel deterioramento più completo.
Successivamente, a dicembre del sunnominato 2011, giunge l’ennesimo omaggio: la Naccarato chiede ed ottiene di essere posta in pensione dalla Provincia: ma, una volta posta in pensione, la Naccarato viene nominata immediatamente consulente esterno della Provincia, carica che mantiene fino alla fine del 2014 e in più, continua a fare la direttrice della Biblioteca fino al 2015.
*Assunto dalla Biblioteca nel 1976, previo superamento di pubblico concorso. Direttore della Biblioteca Civica dal 2007 al 28 marzo 2011, estromesso dalla Naccarato.
Fin qui Michele Chiodo.
Per aggiornare la sua dettagliatissima biografia, va aggiunto che, appena uscita dalla Biblioteca Civica, la signora Naccarato viene collocata dal suo pigmalione Palla Palla nel carrozzone dll’Arpacal, dove c’è già una sua parente, Sonia Serra.
Quanto alla povera Biblioteca Civica, viene data in mano ad una sedicente avvocatessa, tale Anna Viteritti, che ha un valore aggiunto determinante: è la moglie del factotum del potentissimo gruppo cariatese de iGreco. E che ve lo diciamo a fare?