Diamante. La nuova discesa a mare si sgretola: tra danni strutturali, barriere architettoniche e dubbi sul vero scopo dell’opera
La recente mareggiata che ha colpito il tratto di costa antistante il Parco Turchese ha prodotto danni evidenti e, in alcuni punti, irreversibili alla discesa a mare realizzata dal Comune appena pochi anni fa. Le fotografie scattate nelle ultime ore mostrano una situazione che non può essere ignorata: la scala di accesso è letteralmente scomparsa negli ultimi tre gradini, la struttura portante in cemento è esposta e in parte sospesa nel vuoto, e il tubo di scolo, fino a oggi parzialmente nascosto, risulta completamente scoperto e circondato da massi disancorati.
Una discesa “nuova” già devastata
L’erosione provocata dal moto ondoso ha scavato profondamente attorno alla condotta, rendendo evidente ciò che era stato più volte denunciato dai residenti:
- massi posizionati senza vero incastro o protezione;
- una base in cemento armato insufficiente a supportare le sollecitazioni del mare;
- la totale assenza di opere di difesa a mare nonostante l’area fosse già classificata da ARPACAL come “zona a forte dinamica erosiva” (relazione 2019).
La fotografia mostra con chiarezza come gli ultimi tre gradini, gli unici che consentivano l’accesso finale alla battigia, siano stati sradicati alla base. Oggi la scala finisce nel vuoto, con un dislivello di oltre un metro su massi instabili e superfici sdrucciolevoli.
Una barriera architettonica gravissima
Se già prima l’opera non risultava conforme alle normative sull’accessibilità, ora la situazione è drammatica.
Secondo il D.P.R. 503/1996 e la Legge 13/1989, qualsiasi opera pubblica deve garantire accesso anche alle persone con disabilità, incluse quelle con mobilità ridotta o temporanea. La scala crollata costituisce oggi:
- una barriera architettonica assoluta per persone con disabilità motorie;
- un pericolo concreto anche per anziani, bambini e persone normodotate;
- la completa impossibilità di raggiungere il mare in sicurezza.
In vari gruppi civici locali, come riportato nel post della community “Diamante Partecipa” del 12 novembre, numerosi cittadini hanno denunciato l’assurdità di una “discesa a mare comunale inutilizzabile per chiunque non sia atletico e senza problemi di deambulazione”.
L’opera contravviene alle normative vigenti
Dalle condizioni attuali emergono potenziali violazioni di:
- Norme sulle barriere architettoniche (D.P.R. 503/1996, L. 13/1989)
- Codice degli Appalti – obbligo di progettazione accessibile (D.Lgs. 50/2016 art. 23)
- Norme tecniche sulle opere marittime e protezione costiera (DM Infrastrutture 2016)
- Codice Civile – responsabilità per insidia e difetto di manutenzione (art. 2051)
La più grave di tutte riguarda proprio il carattere pubblico dell’opera: un’opera comunale non può costituire una barriera architettonica, né può essere progettata sapendo che non sarà accessibile a una parte della cittadinanza.
Il dubbio che emerge: la scala è stata costruita per “altre” ragioni?
Diversi residenti, nonché ex tecnici comunali, hanno più volte sostenuto che la costruzione della nuova discesa a mare sia stata effettuata non per agevolare la fruizione pubblica, bensì per evitare il ripristino del vecchio diritto di scolo che passava originariamente sotto le ville del Parco Turchese.
Il vecchio tracciato di drenaggio è stato oggetto di contestazioni per oltre vent’anni. Ripristinarlo avrebbe implicato:
- lavori invasivi nei giardini privati;
- costi più elevati;
- la possibile riapertura del contenzioso con i proprietari delle ville.
La scelta di deviare il deflusso verso la discesa a mare – utilizzando la scala come copertura “in bella vista” – appare ora non solo discutibile, ma tecnicamente fallimentare: il tubo oggi è completamente esposto, privo di protezione, e addirittura sospeso in alcuni punti.
Una ricostruzione inevitabile
Alla luce dei danni documentati e delle non conformità, sarà inevitabile:
- mettere in sicurezza immediata l’area;
- procedere a una perizia tecnica indipendente;
- verificare responsabilità progettuali e amministrative;
- ripensare completamente l’opera rispettando l’accessibilità universale.
La comunità locale chiede risposte chiare e rapide, perché un’opera costata denaro pubblico non può diventare, nel giro di pochi mesi, una struttura pericolosa, crollata e discriminatoria.
Lettera firmata











