Mercatini di Natale a Cosenza, un’occasione sprecata per valorizzare la città
di Gianfranco Celestino
Fonte: Stampa Libera
Lucca non è una metropoli. È una città capoluogo di provincia come tante altre e, esattamente come tante altre città, ha un centro storico importante, ma che non rappresenta il principale motivo di interesse o di notorietà della città stessa. Lucca, infatti, è famosa in Italia e, anche, all’estero per il Lucca Comics, oggi diventato Lucca Comics & Games. Nato dalla base del Salone Internazionale dei Comics creato negli anni ‘60, con il passare del tempo si è trasformato in un evento sempre più prestigioso e importante, tale da competere oggi con le più blasonate manifestazioni del genere organizzate nel mondo. Questo successo è dovuto alla lungimiranza di chi ha capito che un evento, un tempo considerato roba da nerd o da sfigati, poteva invece generare non solo successo, ma persino profitti per tutta la città ed anche per la provincia limitrofa. Basti pesare che l’edizione del 2025 ha fatto registrare la presenza di ben 280.000 persone in una città da 88.000 abitanti, grande circa 185,79 km².
Questo successo dimostra che a volte basta poco per rendere il proprio territorio importante e favorirne lo sviluppo economico, commerciale, sociale e culturale. Ed in tal senso Cosenza rappresenta esattamente l’esempio opposto. La cittadina Bruzia, infatti, ha tutte le carte in regola per diventare una specie di Lucca del sud Italia, ma non le ha mai sapute giocare, vuoi per una mancanza di lungimiranza di chi l’ha governata e vuoi per l’ostinazione di puntare su progetti di sviluppo tanto idioti quanto controproducenti. L’idea folle di trasformare la balla del tesoro di Alarico in un brand o che opere costose e inutili come il ponte di Calatrava potessero rendere la città “la piccola Parigi del sud” rappresentano la cartina di tornasole di questi esperimenti fallimentari.
Sarebbe bastato guardare alle tradizioni della città per avere quella solida base già pronta da cui partire. Ad esempio la Fiera di San Giuseppe, oggi ridotta ad una striscia di robaccia in vendita sopra i marciapiedi di Viale Parco, ma che con le opportune azioni avrebbe potuto attirare espositori sempre più importanti, abbracciando settori di tutto il comparto economico e industriale. Un po’ come la fiera delle cupole geodetiche (altra occasione sprecata), trasformandola in una sorta di Fiera del Levante nostrana.
Oppure, visto il periodo e la notizia in fondo, si sarebbe potuto puntare sul tradizionale mercatino di Natale che, un tempo, si svolgeva alla Villa Nuova e che rappresentava un motivo di interesse non solo per la città, ma anche per tutta la provincia di Cosenza. Anche questo evento commerciale, oggi è ridotto ad una manciata di baracche sparse sulla piazza più inutile e brutta della città. Invece, con gli opportuni investimenti e progetti, sarebbe potuto diventare un vero e proprio villaggio del Natale, con espositori italiani e stranieri all’interno che avrebbero fatto conoscere i loro prodotti tipici natalizi, pubblicizzandoli in una vetrina sempre più importante.
Spettacoli ed eventi a tema avrebbero richiamato visitatori anche da altre regioni, come avviene per le luminarie di Salerno o per il famoso mercato di San Gregorio Armeno a Napoli che, già dai primi di novembre, attira numerosi visitatori e turisti. Quelli veri. Invece, nulla di tutto questo è stato mai fatto e, molto probabilmente, mai si farà. Si preferisce ostinatamente continuare a puntare su quel modello di sviluppo da “usato sicuro” che sicuro non è, poiché non ha mai generato e mai genererà risultati economici di successo. E mentre in Campania, Napoli e Salerno si preparano a vivere l’ennesimo periodo natalizio pieno di visitatori con alberghi e B&B già esauriti, a Cosenza ci sarà la pista di pattinaggio su ghiaccio sulla ex piazza Fera. Mi raccomando, non accalcatevi troppo per la fretta di andare a farvi un giro.









