Reggio. L’omicidio del tabaccaio Ielo, ergastolo per Polimeni e Dattilo. Ma non è stato delitto di ‘ndrangheta

Due condanne all’ergastolo ma non è stato un omicidio di ‘ndrangheta. Il tabaccaio di Reggio Calabria, Bruno Ielo, non è stato ucciso la sera del 25 maggio 2017 per mano della cosche reggine. Resta il movente della concorrenza commerciale scomoda che il tabaccaio, ed ex carabiniere, aveva innescato nell’area di Reggio nord. A stabilirlo la Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria che ha emesso nella tardissima serata di mercoledì la sentenza escludendo l’aggravante mafiosa.

La decisione: ergastolo per Francesco Polimeni e Francesco Mario Dattilo; pena rideterminata, dopo l’assoluzione dal reato di estorsione e concorrenza sleale, per Cosimo Scaramuzzino condannato a 22 anni (rispetto ai 30 del primo grado), e Giuseppe Antonio Giaramita, 9 anni e 8 mesi di reclusione (16 in primo grado). Nei confronti di Giaramita è stata disposta la scarcerazione per decorrenza dei termini massimi di custodia cautelare preventiva. In precedenza avevano discusso i difensori, avvocati Giacomo Iaria, Corrado Politi, Francesco Calabrese, Gianfranco Giunta e Marco Tullio Martino.