Omicidio Bergamini. “Ballando con gli assassini”. Signora Lucarelli, ma chi l’ha indottrinata sulla glicoforina? Forse il cognato dell’imputata?

Gianluca Tiesi

Continuiamo ad analizzare e a smontare punto per punto tutte le falsità propalate da Selvaggia Lucarelli e Marco Cribari sul barbaro omicidio di Denis Bergamini.

La terza puntata di “Ballando con gli assassini” si apre con un estratto di una intervista al Procuratore della Repubblica di Castrovillari Eugenio Facciolla, che era stato da poco nominato. Oltre al fastidio provato dalla Signora Lucarelli per il cambio d’indirizzo dato alle indagini rispetto al suo predecessore Giacomantonio (con un atteggiamento ironico sull’attività investigativa manco fosse lei una investigatrice di rara specie), se avesse davvero fatto una lettura seria delle carte avrebbe capito che la tematica “droga” usata dal Procuratore è sempre circolata, impropriamente, in questa storia fin dai primi giorni in cui il depistaggio si basò sul falso ruolo di “corriere” di Denis per conto di chissà chi (se solo avesse letto le carte, ma forse il suo amico gliele ha omesse). Solo che in questa indagine, l’unica seria mai fatta, si indaga a 360 gradi per escluderla definitivamente.

Mentre la parola “mafia”, onestamente, non l’abbiamo sentita. Ma tant’è, la co-autrice del podcast ha dato questa chiave di lettura le cui basi si fanno fatica a capire.
Ma ora viene il bello – si fa per dire -: è una sorpresa ascoltare la Signora Lucarelli, impegnata in tv con spettacoli di varietà del sabato sera, parlare della glicoforina; noi non lo facciamo, non ci permettiamo, non siamo all’altezza, ma lo hanno fatto egregiamente in aula (oltre che sulle carte che dice di aver letto) eminenti scienziati.

Tra questi il professore Fineschi, che in udienza ha talmente messo in imbarazzo la scarsa difesa dell’imputata che si è sentito solo chiedere: “avete accertato se Bergamini avesse contratto l’Aids”? Oltre all’ilarità generale scatenata dal legale Angelo Pugliese, il professore Fineschi raccomandò alla difesa di “non fare il gioco delle tre carte con me”. Ma la signora Lucarelli c’era? No, non c’era, e probabilmente il giornalista Cribari o era uscito prima (come suo solito) o c’era e non l’ha informata. C’erano entrambi, invece, alla prima udienza dell’appello a Catanzaro durante l’ottimo intervento dell’avvocato Alessandra Pisa sull’argomento. Poi si cita il prof. Ricci: ci ritorneremo Signora, ci ritorneremo, non appena Lei ne riparlerà.

E poi che scivolone, signora Lucarelli: quando mai la glicoforina permette di “datare” le lesioni? Non le data, ma le identifica e dice se le lesioni erano vitali o meno al momento del decesso. È una circostanza banalissima, persino per quei laici che hanno avuto quantomeno la serietà di leggere le carte o venire in udienza.
Come si fa a dire: “prova scientifica a parte, non c’è nulla”? Già la prova scientifica ha un suo peso, il più grosso, anche un bimbo lo capirebbe. Ma veramente si considera l’unica ad aver letto le carte? Come si fa a dire; “nessuna certezza tecnica dalla riesumazione”? E secondo la Lucarelli come si è arrivati fin qui? La difesa della sua amica non è stata capace di confutare queste tesi, anzi i suoi consulenti hanno pure sottoscritto ogni operazione peritale ed ogni risultanza. Eppure ha letto le carte, almeno questo dice. Come si fa a dire: “dalle intercettazioni non viene fuori nulla”? Nelle carte ce ne sono di belle, ma belle belle, compresa una in casa Internò Roberto. Lo sa la Lucarelli di quale intercettazione parliamo? L’amico Cribari le ha omesso anche questa?

E la “tesi” sulla glicoforina ci permette una piccola divagazione, non oggetto della puntata di “Ballando con gli assassini” ma che vale la pena prendere in esame: sarà un vizio della famiglia Internò-Conte quello di fuggire vigliaccamente davanti a una Corte e parlare solo con Lucarelli ma tant’è. Così come l’imputata non ha inteso sottoporsi all’esame della Corte nel tempo intercorso tra più di 60 udienze in tre anni, c’è anche un suo parente a tenere il medesimo comportamento. Si tratta del cognato Gianluca Tiesi che, oltre ad essere stato nominato suo consulente in sede di riesumazione della salma di Denis, era anche teste nel processo; ma, povera stella, non si è presentato più volte mandando certificati medici per presunti calcoli renali, per riapparire miracolosamente quando oramai si decise di acquisire le sit rese.

Epperò su Instagram, col nickname “scuba_ee_do”, sciorina commenti sia sulle pagine collegate al podcast sia su quelle de “Il Fatto Quotidiano” dove qualche giorno addietro è stato pubblicato un articolo della Lucarelli. Curiosamente, fa lo scienziato sulla glicoforina dietro una tastiera dandosi un tono quando legge pareri contrari a quelli che proverebbero la innocenza dell’imputata, chiedendo ad ognuno che legittimamente ed educatamente esprime dei dubbi in base a quanti followers personali si scrive su Instagram.
Gianluca Tiesi è meglio noto agli atti per diverse intercettazioni mentre conversa con l’amico giornalista Cribari, il passacarte della Lucarelli (quelle che fanno comodo), ed in cui, oltre a mettersi d’accordo su cosa scrivere e non scrivere sul giornale di Cribari a proposito della “super perizia” (questo si che è vero giornalismo!) si fanno anche qualche risata su un ragazzo morto e sul numero di maglia che portava…

2 – (continua)