di Carlo Di Foggia
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Non c’è solo la decisione di adeguarsi ai rilievi della Corte dei Conti rifacendo l’intera procedura e perdendo altri mesi. Sul ponte sullo Stretto di Messina cambia proprio la gestione dell’intero dossier normativo, che passa di mano: se ne occuperà il sottosegretario di Giorgia Meloni, Alfredo Mantovano, col dipartimento Affari giuridici di Palazzo Chigi. Il primo effetto sarà quello di accelerare il dialogo con la Commissione Ue: una riunione di tecnici è prevista il 10 dicembre a Bruxelles. Insomma, una bocciatura delle modalità con cui il ministero di Matteo Salvini ha gestito la vicenda. E così arriva il commissario della premier, che evidentemente vuole evitare altre figuracce. Non è detto che basti.
L’esordio è avvenuto nella riunione di lunedì a Palazzo Chigi: presenti lo stesso Mantovano, i tecnici dei ministeri dei Trasporti e Affari Ue, oltre a Pietro Ciucci, Ad della Stretto di Messina Spa, la società pubblica che deve realizzare l’opera, e ai vertici del dipartimento per la Programmazione economica che controlla il Cipess, il comitato per i grandi investimenti pubblici –su cui ha la delega il fedelissimo di Salvini, Alessandro Morelli –che in agosto aveva approvato il progetto definitivo del ponte.
La Corte dei Conti, com’è noto, a fine ottobre ha bocciato la delibera. Meloni e Salvini hanno prima minacciato di chiedere la registrazione “con riserva” dell ’atto, salvo poi fare dietrofront per i rischi di possibili contestazioni erariali.
La procedura verrà invece rifatta adeguandosi il più possibile ai rilievi dei pm contabili. Tra i principali, c’è la violazione della direttiva Ue “Habitat ” sulle aree protette e quella sugli appalti, che impone di rifare la gara se l’appalto viene modificato in maniera sostanziale o i costi salgono più del 50%. Salvini ha fatto rinascere la gara del 2005 affidata al consorzio Eurolink, guidato da Webuild, ma i suoi tecnici –secondo i pm contabili – non sono riusciti nemmeno a dimostrare di non aver superato la soglia del 50%, mentre sulle norme ambientali gli errori sono innumerevoli. Il nodo, però, è convincere l’Ue che le direttive sono state rispettate e per questo si terrà una prima riunione a Bruxelles dove parteciperanno i vertici del Mit e del ministero dell’Ambiente oltre che del ministero degli Affari Ue. Di sicuro ora verrà coinvolta l’Autorità dei Trasporti per l’analisi del Piano economico tariffario, che Salvini&C. avevano incredibilmente escluso, affidando le stime di traffico a una piccola società emiliana.
I tempi si allungano, e di molto, anche se Mantovano vorrebbe chiudere in pochi mesi, intestandosi anche un dialogo più proficuo con la Corte dei Conti. Si studia pure un passaggio al Consiglio superiore dei lavori pubblici, escluso in precedenza, i cui tecnici però non sarebbero molto contenti di pronunciarsi. Ennesima anomalia di una procedura piena di forzature normative mascherate da dilettantismo.









