Con le elezioni regionali tenutesi ad ottobre, e con la riconferma dell’imperatore Occhiuto, riparte il valzer delle nomine della macchina burocratica della Regione Calabria. Nei giorni scorsi abbiamo letto vari provvedimenti che a detta di Occhiuto andranno a rivoluzionare la parte amministrativa-burocratica regionale, ma la cosa più succulenta sta nelle pieghe: l’imperatore è stato riconfermato commissario per la sanità calabrese annunciando a margine di un Consiglio dei Ministri che molto presto la nostra regione uscirà dal commissariamento durato decenni.
Tutto questo, comunicato in pompa magna perché l’unico fine di Occhiuto e della sua banda di affaristi e parassiti è quello di saccheggiare quanto più possibile la nostra terra riducendola ancora di più a zerbino della nazione – al solo scopo di “apparire” e di raggiungere ogni tipo di traguardo personale.
Lo stesso commissario a breve metterà mano alle nomine delle varie Aziende Ospedaliere della Calabria da Reggio a Cosenza, favorendo gli amici degli amici, nominando i soliti colletti bianchi asserviti al modo della politica locale pratici del lecchinaggio seriale. In questo valzer di nomine, rientra la dottoressa Monica Calamai, attuale commissario dell’Asp di Crotone con l’unico mandato di distruggere tutto ciò che tocca. Difatti, la dottoressa Calamai chiusa nella sua torre dorata, si manifesta debole con i forti e forte con i deboli, tutto ciò grazie ai favori del Presidente/Commissario Occhiuto – in perfetto stile “imperatore” in barba ad ogni logica politica se non solo quella personale, senza curarsi di quanto gli sta accadendo e delle indagini a suo carico che riguardano anche il mondo della sanità calabrese dove lo stesso ha messo le mani da più di tre anni.
Se andiamo a fare una semplice ricerca, troviamo che la procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per 33 indagati nel procedimento sui presunti concorsi pilotati alla facoltà di Medicina a Firenze. Per professori universitari, ex vertici dell’aziende ospedaliere di Careggi, del Meyer e dell’Ateneo Fiorentino le accuse, a vario titolo, sono: associazione per delinquere, abuso d’ufficio, corruzione e turbata libertà del procedimento di scelta, indebita percezione di dare o promettere utilità, rivelazione di segreto d’ufficio. L’udienza preliminare è fissata il prossimo 12 dicembre di fronte al gup Fabio Gugliotta. Tra gli indagati che nei giorni scorsi hanno ricevuto il decreto di fissazione dell’udienza preliminare ci sono Luigi Dei, ex rettore dell’ateneo fiorentino, l’ex prorettore Paolo Bechi, l’ex direttore generale di Careggi Monica Calamai oggi alla guida dell’Asp di Crotone e il suo successore Rocco Damone, l’ex dg del Meyer Alberto Zanobini e l’ex primario di urologia il professore Marco Carini.
Ma c’è dell’altro, come abbiamo detto, la stessa Calamai viene nominata all’Asp di Crotone dall’Imperatore Occhiuto, e recentemente adottando la delibera nr 524 dell’Azienda sanitaria crotonese, manda in tilt il sistema dialisi del nosocomio crotonese. Tutto ciò, lo si legge in una nota firmata dal componente della segreteria nazionale di Aned, Pasquale Scarmozzino, il quale facendo riferimento all’atto di recente approvato dal commissario straordinario dell’Asp di Crotone, Monica Calamai ha denunciato che: «La voce gestione accanto a quella di progettazione e realizzazione giustifica le nostre preoccupazioni. Essa va rivista e chiarita, perché condizionerà per decenni futuri la politica sanitaria nefrologica». L’associazione che tutela i diritti dei pazienti nefropatici si pone, quindi, una serie di interrogativi. Perché l’azienda crotonese si rivolge a terzi per la progettazione avendo un ufficio tecnico?
L’esternalizzazione della dialisi è contraria alla mission del servizio pubblico, perché è una delle azioni principe delle aziende sanitarie pubbliche. A Crotone no?
In sede pubblica, il soggetto erogatore (Asp Crotone) dovrebbe perseguire obiettivi di salute in via esclusiva, o in via prioritaria obiettivi nell’esclusivo interesse dei malati.
Le aziende private sono invariabilmente spinte ad aumentare il fatturato e quindi meno interessate ad interventi di prevenzione che impediscano ad un ammalato di finire in dialisi (e allo Stato di risparmiare molti soldi). Cosa si muove dietro?
La missione di chi risponde a ditte esterne è quella della società che li paga che, quasi mai, coincide con quella dell’ospedale. Per esempio, a livello contrattuale al personale viene assegnato un infermiere ogni 3 pazienti o un infermiere ogni 5 pazienti? Bella differenza!
Quale interesse avrebbe un’azienda esterna, appaltatrice di servizi diagnostico-terapeutici di ospedale pubblico, a contenere la riduzione delle relative prestazioni privilegiando interventi meno complessi, meno invasivi e meno remunerativi? I dializzati in outsourcing, nel caso di aggiuntive prestazioni sanitarie chi li cura e come? Quali poteri e responsabilità assume la direzione sanitaria del presidio ospedaliero nei confronti dei sanitari dipendenti dalla ditta esterna, o peggio vincolati da semplice contratto libero-professionale con la stessa?
I direttori aziendali di Crotone, amministrativo e sanitario, che dichiarano nella delibera 524 essere d’accordo con la commissaria Calamai su quali basi sono d’accordo se si disconoscono i dati epidemiologici e le tipologie (età, origine malattia….) dei pazienti?
«Presidente Roberto Occhiuto blocchi la delibera 524 perché è uno scandalo! A Crotone non manca certo il personale!» è quindi l’appello rivolto da Aned al presidente della Regione Calabria. «Nelle sue prime dichiarazioni post voto, ha dichiarato di volere migliorare la sanità pubblica, oggi ci troviamo con suoi nominati che perseguono altra strada. Così cappottiamo tutti prima del tempo e la salute pubblica, bene primario della popolazione, va a farsi benedire! Ci convochi, vogliamo collaborare per evitare il disastro! Ma tanto ad Occhiuto di tutto questo non gliene frega nulla!
Lettera firmata









