Vibo Valentia: incarico da 100mila euro alla figlia di Vincenzo Mirabello
La nomina di Chiara Mirabello, figlia dell’imprenditore e influente capoelettore Vincenzo Mirabello, nella struttura del capogruppo Pd Ernesto Alecci riaccende il dibattito su clientelismo e nepotismo all’interno del partito
A Vibo Valentia la notizia non sorprende chi conosce i meccanismi della politica locale: Chiara Mirabello, figlia del noto imprenditore e capoelettore vibonese Vincenzo Mirabello, ha ricevuto il 27 novembre scorso un incarico da oltre 100mila euro (precisamente 100.459,25 euro) nella struttura del capogruppo Pd in Regione, Ernesto Alecci. La notizia non c’è, nel senso che si tratta di un fatto scontato per chi conosce le ragioni per le quali il noto imprenditore vibonese Vincenzo Mirabello fa politica ma la mossa, annunciata senza clamore, ha scatenato una vera e propria tempesta tra i sostenitori locali del capogruppo Pd in Consiglio regionale.
Non è la prima volta che il legame tra politica e famiglia Mirabello produce effetti tangibili: Chiara aveva già lavorato come collaboratrice particolare dell’ex consigliere regionale Michele Mirabello ai tempi di Oliverio, e successivamente con lo stesso Alecci nella passata legislatura.
Mentre molti elettori di Alecci restano in attesa di prebende e di un riconoscimento o di un incarico, la giovane Chiara è stata immediatamente “piazzata” all’interno della struttura dello stesso Alecci, in una mossa che, per i malumori interni, puzza di scambio di favori e voto di scambio tra vecchi sodali.
La questione, agli occhi degli osservatori, non riguarda solo il caso singolo, ma la prassi consolidata: Vincenzo Mirabello, l’uomo che, “fa politica per avere pretende” sembra aver assicurato alla figlia una ricompensa politica. Una sorta di debito elettorale liquidato in anticipo, mentre molti altri elettori fedeli restano a mani vuote. Il gruppo degli alecciani vibonesi, secondo più fonti interne, è in fermento, come sussurra più di una fonte interna al partito. Per Alecci non ci sono posti per tutti, ma per Chiara il posto sì: come dire, il posto “giusto” sembra riservato ai familiari e agli amici dei capi elettori.
La nomina ha riacceso l’attenzione sul clientelismo politico e sul nepotismo nel Partito Democratico vibonese. In definitiva, la vicenda di Chiara Mirabello non è solo una questione di incarichi e cifre, ma un segnale chiaro su come funzionano le dinamiche di potere nella politica vibonese: dove i legami familiari e l’influenza dei “capi elettori” pesano più dell’impegno civico e del merito.










