Pizzi presenta le opposizioni alla Gazzetta Ufficiale bloccando di nuovo l’IGP del Bergamotto
Il Comitato Promotore dell’IGP Bergamotto di Reggio Calabria ribadisce la disponibilità al confronto pubblico
Ezio Pizzi insieme a Confagricoltura Reggio Calabria e Coldiretti Reggio Calabria bloccano nuovamente l’iter del Bergamotto di Reggio Calabria IGP con le opposizioni alla Gazzetta ufficiale del 16 ottobre scorso. Insieme, in una sorta di tour di contro-informazione e menzogne sul “caso bergamotto” presentano pubblicamente i temi dell’opposizione alla Gazzetta ufficiale del 16 ottobre 2025 sulla quale veniva pubblicato il Disciplinare dell’IGP “Bergamotto di Reggio Calabria” dopo una istruttoria ministeriale durata quasi cinque anni a causa dei precedenti e ripetuti sabotaggi a tutti noti.
E lo fanno proprio in questo periodo, probabilmente nel tentativo di riacquisire la base produttiva persa nel tempo, sia a causa di queste azioni ripetute contro il territorio e contro i bergamotticoltori, sia per l’arrivo dalla Piana di Gioia Tauro di una cooperativa che è riuscita quasi ad estrometterli dal sistema monopolistico in quanto è riuscita ad aggregare tanti produttori comunicando prezzi precisi e convenienti di acquisto del bergamotto e offrendo servizi agli agricoltori in regola con varie normative.
Pizzi con Confagricoltura e Coldiretti provinciali promotori di una opposizione contro l’IGP e insieme a Foti altro privato che ha presentato ulteriore opposizione “copia e incolla”, hanno imparato a scendere sul territorio, con tanto di avvocato al seguito che parla di temi agronomici, raccontando fandonie agli agricoltori ed esaltando le tematiche delle opposizioni presentate, vantando l’avvenuta ricevibilità da parte del Ministero confondendola con una corretta e dovuta ricezione, alla quale dovrà seguire una istruttoria sulla base delle controdeduzioni presentate dal Comitato promotore dell’IGP e dalle quali scaturirà l’ammissibilità o l’inammissibilità dei contenuti delle opposizioni stesse.
Di base, i membri della consolidata “banda della DOP” trattano sempre gli stessi temi più volte smentiti dal Comitato promotore dell’IGP in questi anni, ma che costituiscono il loro cavallo di battaglia non avendo altro a cui appigliarsi: l’obiettivo è sempre e solo quello di rinviare il più possibile l’approvazione definitiva dell’IGP che sgancerebbe finalmente i bergamotticoltori dal mercato unico dell’essenza aprendo quello più remunerativo e libero del frutto fresco. Per cui continuano a sostenere falsamente, adducendo documenti che non c’entrano nulla o artatamente interpretati, a volte in maniera infantile se non addirittura ridicola (“dal bergamotto si produce l’essenza che magicamente diventa DOP”), quei temi più volte smentiti non solo sulla stampa ma anche durante le varie assemblee pubbliche organizzate dal Comitato dei bergamotticoltori reggini o dal Comitato promotore per l’IGP in questi anni.
Si riportano di seguito le tematiche trite e ritrite più gettonate. A cominciare dal solito refrain che la DOP è “migliore” dell’IGP perché conferisce una tutela migliore visto che con l’IGP potrà “entrare” bergamotto da fuori area vocata: cosa falsa, in quanto si tratterebbe di truffa per il prodotto fresco, oltre che costituire invece da sempre, purtroppo, una pratica regolare per produrre l’essenza la quale si usa per i profumi per i quali non serve dichiararla come ingrediente non essendo un prodotto food;
che con l’IGP solamente una fase della filiera si potrà svolgere all’interno dell’area vocata rispetto alla DOP che le prevede tutte:
più volte è stato dimostrato, e basta leggere il disciplinare approvato, che questa IGP prevede che tutte le fasi siano svolte in area vocata proprio come le DOP; che l’IGP può danneggiare la DOP e confondere il consumatore: cosa non vera visto che non è mai esistito un prodotto con un marchio DOP del bergamotto che pertanto rimane sconosciuto ai più e ai mercati;
che il disciplinare IGP presenta carenze, criticità e mancanze: falso, visto che è stato modificato e approvato da centinaia di agricoltori durante la Riunione di Pubblico Accertamento del 28 gennaio 2025 ed approvato dal Ministero nella sua versione definitiva; che l’area vocata è stata incrementata senza considerare dati scientifici o presenza di bergamotteti: falso visto che i comuni aggiunti per l’IGP sono quelli in cui si continua a coltivare bergamotto da sempre e che erano stati “dimenticati” dal vecchio disciplinare DOP e che continuano a non esserci in quello “nuovo” della DOP proposto, venendo esclusi: uno per tutti il comune di Bova che rappresenta, come tutti sanno, la bovesìa ovvero l’area grecanica ed ellenofona tipica del territorio ionico e bergamotticolo. Come era stato previsto, il 14 e il 15 novembre scorsi sono state presentate opposizioni uguali da Ezio Pizzi in qualità di presidente del Consorzio di tutela della DOP dell’essenza di bergamotto, da Gino Vulcano in rappresentanza di Coldiretti Reggio Calabria, da Giuseppe Canale in rappresentanza di Confagricoltura Reggio Calabria e separatamente da un privato (Azienda F.lli Foti).
Ciò interrompe di nuovo l’iter che era giunto a conclusione per cui il Comitato Promotore del Bergamotto di Reggio Calabria IGP presieduto da Rosario Previtera, formulerà le dovute controdeduzioni a quanto contestato in merito alle quattro tematiche precise previste dalla normativa di riferimento, così come avviene spesso in questo tipo di procedure in Italia e negli altri Paesi per le IGP, le DOP e le STG. Grande delusione è emersa da parte del mondo agricolo e dalle organizzazioni che hanno sostenuto l’IGP in questi cinque anni di battaglie le quali hanno aperto un varco nel muro di silenzio, di sottomissione, di ricatti, che si era consolidato da decenni lungo la filiera bergamotticola schiacciata dall’oligopolio e a volte dal monopolio del mercato dell’olio essenziale.
Il Comitato dei bergamotticoltori reggini e certamente anche il Comitato promotore dell’IGP intendono comunicare ancora una volta che gradiscono un confronto pubblico e televisivo, accettando l’invito lanciato da Marcello Foti durante una sua recente intervista e durante il recente incontro pubblico svoltosi a Pellaro così come fatto anche da Pizzi in varie occasioni. Confronti che guarda caso non si sono mai concretizzati, soprattutto dopo alcune dirette televisive in cui è apparso chiaramente da quale parte stesse la verità dei fatti. Sicuramente sarebbe difficile contestare tante cose vere, tra cui l’iter comune intrapreso e accordato per un percorso unitario tra tutti i soggetti interessati, compreso la Regione, il 23 marzo 2023 e fatto “saltare” da Pizzi al Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria il 24 aprile 2023 nella famosa riunione collettiva nella quale si comprese finalmente che “la casta” di fatto non voleva né DOP né IGP ma voleva che tutto rimanesse tal quale come da decenni; e si comprese anche che era quasi pronto un “disciplinare ombra” per un fantomatico “Bergamotto di Calabria DOP”.
Francesco Macrì presidente di Copagri Calabria dichiara: “Avevamo sperato che l’iter si sarebbe concluso dopo quasi cinque anni senza ulteriori interruzioni per poi far si che il dossier dell’IGP Bergamotto di Reggio Calabria venisse finalmente trasferito dal Ministero dell’Agricoltura alla Commissione Europea. Confidavamo sull’onestà intellettuale di coloro che dovrebbero tutelare la base agricola al di la degli interessi personali e di bandiera. E invece non è stato così. Ezio Pizzi insieme a Coldiretti Reggio Calabria e a Confagricoltura Reggio Calabria e in più un privato, avendo presentato le prevedibili opposizioni contro la pubblicazione di approvazione dell’IGP sulla Gazzetta Ufficiale del 16 ottobre, non otterranno altro che fare perdere tempo alla filiera che ancora una volta vede sfumare la possibilità di vendere il bergamotto in Italia e in Europa con il marchio di qualità IGP e ad un prezzo nettamente maggiore. Appare assurdo quanto accaduto ma andremo avanti come fatto fino ad ora. E già ci aspettiamo da parte dei nemici del territorio anche un eventuale futuro ulteriore ricorso al TAR Lazio tanto per procrastinare ulteriormente l’iter a danno degli agricoltori. Ci chiediamo di chi siano i soldi che vengono sperperati per i ricorsi se non proprio dei bergamotticoltori associati ai vari consorzi ed associazioni e senza che essi ne sappiano nulla. Prima o poi questa storia finirà positivamente per l’IGP ma ha determinato in questi anni un mancato sviluppo, la perdita di reddito agricolo e l’impossibilità di partecipare a numerosi bandi e a numerosi eventi per valorizzare il prodotto e il territorio. La “triade” anti-IGP tutto questo ce l’avrà sulla coscienza e spero che gli agricoltori prima o poi se ne renderanno conto”.
Giuseppe Mangone presidente di ANPA Calabria – Liberi Agricoltori manifesta la propria delusione: “non ci sorprende l’ennesimo colpo basso dei soggetti che sin dall’inizio non hanno tollerato che il complesso mondo bergamotticolo, grazie all’IGP per il Bergamotto di Reggio Calabria, sarebbe finalmente potuto tornare in mano ai bergamotticoltori, probabilmente, togliendolo dalla sfera di influenza di poche persone e delle lobbies che da decenni imperversano indisturbate nel mercato anacronistico e monopolistico dell’olio essenziale. Chiederemo come già fatto in passato all’assessore Gallo e al governatore Occhiuto di accendere i riflettori sulla gestione del Consorzio del Bergamotto e del parallelo Consorzio della DOP dell’olio essenziale, illegittimamente denominato “Consorzio di tutela del Bergamotto di Reggio Calabria”. Inoltre, se la recente dichiarazione pubblica di assenso all’IGP dell’assessore Gallo è, come riteniamo, vera, chiediamo di attivarsi presso il MASAF sollecitando le dovute risposte e contribuire così a recuperare il tempo perduto. Il fatto che due associazioni datoriali appoggino tutto ciò che danneggia evidentemente gli agricoltori è a dir poco sconcertante oltre che vergognoso”.
Peppe Falcone del Comitato dei bergamotticoltori reggini si dichiara indignato: “Ce lo aspettavamo ad essere sinceri. Non si sono presentati nemmeno all’importante convegno del 30 ottobre scorso all’Università di Reggio Calabria in cui avrebbero potuto manifestare la propria volontà di ricominciare un percorso unitario che deve avere come obiettivo solamente il bene degli agricoltori. Ma è la conferma che gli interessi erano e sono ben altri e di vario tipo e più volte li abbiamo scoperti e denunziati abbondantemente a partire dal mantenimento dei prezzi stracciati per il prodotto da industria. Il tutto al di la delle menzogne e delle imprecisioni che essi continuano a diffondere contro l’IGP e a favore di un fantomatico disciplinare DOP esteso dall’essenza al frutto che loro non hanno mai letto e che noi abbiamo approfondito e che sarebbe stato chiaramente non approvabile, qualora il Ministero all’agricoltura ne avesse mai intrapreso l’istruttoria. Cosa che non avverrà: il 7 ottobre scorso il Ministero ha dichiarato conclusa negativamente la richiesta della DOP e il 16 ottobre ha pubblicato il Disciplinare dell’IGP Bergamotto di Reggio Calabria sulla Gazzetta Ufficiale. Sono arrivate le contestazioni entro il 15 novembre come consentito per legge e come previsto esse vanno a discapito degli agricoltori e di un comparto storico in crisi che invece dovrebbe essere proprio da loro tutelato. I tre soggetti puntano ovviamente a tutelare ben altro come abbiamo dimostrato negli anni”
Aurelio Monte di USB Lavoro Agricolo mostra la propria contrarietà rammentando cosa accadde il 28 gennaio alla Pubblica audizione alla Cittadella regionale di Catanzaro: “non posso credere che alcune persone in rappresentanza di altre le danneggino solo perché ne hanno fatto una questione personale. A parte Ezio Pizzi che deve tutelare enormi interessi consolidati come tutti sanno, appare incredibile che si siano ostinati fino all’opposizione ufficiale sia Coldiretti Reggio Calabria con la firma del direttore Vulcano sia Confagricoltura Reggio Calabria con la firma del presidente Canale solo per orgoglio ovvero per aver perso la faccia pubblicamente e in tv quando sia Angelo Politi per Confagricoltura Calabria e sia Franco Aceto per Coldiretti Calabria furono allontanati a fischi e sonoramente da centinaia di agricoltori giunti a Catanzaro con i bus dalla provincia di Reggio Calabria per difendere l’IGP “Bergamotto di Reggio Calabria” dallo scippo organizzato per dare vita ad un improbabile DOP “Bergamotto di Calabria”. Continueremo questa battaglia di civiltà perché i poteri forti dovranno essere finalmente sconfitti da chi lavora la terra da generazioni”.
Rosario Previtera, presidente del Comitato Promotore per il Bergamotto di Reggio Calabria IGP che annovera più di 500 aziende, è lapidario: “Mi viene in mente una citazione famosa: La miseria umana è sostenuta dall’ego smisurato soprattutto quando esso è minacciato dall’orgoglio ferito”. Presentiamo al Ministero le dovute controdeduzioni alle opposizioni come consentito dalla norma, già scontate e prevedibili in verità, ma che fanno perdere tempo ulteriore. Abbiamo letto e anche ascoltato recenti interviste sul web a dir poco imbarazzanti e senza fondamento alcuno. Siamo disponibili al confronto pubblico ancora una volta. Ma pochi sanno che più testate giornalistiche e tv lo hanno proposto in questi ultimi due anni, ma la controparte si è silenziosamente defilata, preferendo mandare avanti, alle assemblee e sulla stampa, dilettanti allo sbaraglio indottrinati a dovere con le solite menzogne e inesattezze. Come più volte abbiamo detto e scritto: ci si aspetta di tutto”.











