DALLA PAGINA FB DI ANNAROSA MACRI’
SUL PONTE SVENTOLA BANDIERA BIANCA
(Ecco perché mi sono dimessa dal Comitato Scientifico della Fondazione Alvaro)
Io sottoscritta Annarosa Macrì, brigatista alvariana sconfitta, riconosco, insieme ai miei compagni e compagne di lotta, che il tentativo di organizzare un movimento alternativo, per curare e difendere la memoria, gli scritti e il messaggio di Corrado Alvaro, è stato un errore politico, culturale e morale.
Esso ha prodotto solo dolore, isolamento e una spirale di violenza che ha colpito persone innocenti e ha indebolito la stessa causa che pretendeva di rappresentare.
Io mi dissocio dall’ala più estremista e sovversiva del Movimento: i Prefetti, i Commissari e i Sub-commissari che ci hanno arruolato subdolamente e inopinatamente, per fini oscuri ed eversivi, dopo aver “sciolto” proditoriamente, come scirubetta al sole, – ma quale cattiva gestione, ma quale sospetto di cattive compagnie?! – l’unica vera autentica autorizzata Premiata Fondazione Alvariana-doc: il Sistema è inespugnabile.
Io riconosco l’indiscussa e indiscutibile autorità, riconosciuta dal popolo, dalle accademie e soprattutto dal Massimo Potere Regionale, del più grande studioso di Corrado Alvaro del mondo.
Io m’ inchino di fronte alla passione “de core” della più grande biografa di “Corrado son amour” del mondo: aspetto con ansia il sequel.
Io sono ammirata dal piroettismo spregiudicato e dall’equilibrismo acrobatico del più grande Governatore del mondo: todo cambia, nada cambia… ragazzi, abbiamo scherzato, spostatevi e lasciateci lavorare: chapeau!
Io arretro di fronte alla lungimiranza della parlamentare reggino-europea più alvariana del mondo, che, dopo l’Edizione Nazionale, ci stupirà con una Edizione Alvariana in reggino/esperanto: l’aspetto!
Io sono strabiliata dalla strabica coerenza del più grande neo-Presidente del mondo, a capo di una Fondazione che fino a ieri ha furiosamente avversato (prenoti lo psicanalista…), alla quale ha addirittura contrapposto, e presentato in pompa magna, un Centro Studi-fotocopia, crepi l’avarizia, Internazionale e che rischia, se il TAR si pronuncerà in un certo modo, di vedersela, venghino, signori venghino, con due Fondazioni e un Centro Studi: conflitto di interessi?, moglie ubriaca e due botti piene?… no, no: noi comunisti siamo fatti così.
Fiaccata, infine, dal fuoco amico, sui social e sui giornali amici, dei miei amici, in realtà amici dei loro amici, riconosco la mia sconfitta, rimetto il mandato e mi dimetto da componente del Comitato Scientifico della Fondazione Alvaro.
Sul ponte sventola bandiera bianca.
E io torno ad essere esattamente quello che sono e che sono sempre stata: una intellettuale irriducibile, appassionata e libera. Una che sa leggere (e, forse, anche scrivere) Corrado Alvaro, e anche la realtà; persino quella enigmatica, ombrosa, gattopardesca, ambigua, sempre sorprendente, di questa regione.
Una che ci prova ogni giorno da mezzo secolo a dire la sua, senza compromessi e senza infingimenti, senza oscuri interessi e senza secondi fini.
E contro. Contro qualunque forma di potere, vero o presunto, dovuto o indebito, sommerso o millantato. O magari svenduto, per un piatto di trecento lenticchie.
Cuique suum, con allegria.









