Reggio Calabria riscopre una delle sue radici più profonde attraverso l’arte contemporanea. “La Madonna della Consolazione. Fede e Tradizione di un Popolo” è il nuovo progetto espositivo promosso dall’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria (ABARC), curato dai docenti Marcello Francolini e Remo Malice, e ospitato negli spazi del Castello cittadino dal 23 dicembre 2025 al 28 febbraio 2026.
La mostra si presenta come un percorso espositivo in due tempi, pensato per svelarsi gradualmente. La prima inaugurazione, avvenuta il 23 dicembre, ha coinvolto l’ingresso e le due sale del terzo piano del Castello. La seconda fase, prevista per gennaio 2026, estenderà il racconto al piano terra e al primo livello della Torre Sud. Una vera e propria “mostra a puntate”, che costruisce una narrazione diffusa e stratificata del culto della Madonna della Consolazione e del suo legame indissolubile con la città.
Ogni sala è concepita come una “situazione concettuale a sé”, un microcosmo autonomo che contribuisce alla grande storia del Quadro Sacro. Le installazioni, realizzate da quattro docenti dell’Accademia con la collaborazione attiva degli studenti, trasformano gli ambienti del Castello in luoghi di esperienza, riflessione e partecipazione emotiva.
Il percorso si apre con la Sala del Trionfo di Reggio, dove dialogano due installazioni: Immagine a Spalla di Davide Scialò e Organizzazione della Festa di Davide Negro, che evocano il momento corale e identitario della processione. Al terzo piano, due sale speculari affrontano il rito sotto prospettive complementari: nella Sala del Tempio, dedicata alla dimensione sacrale e collettiva, trova spazio l’opera ambientale Il Tempio della Consolazione di Francesco Scialò; nella Sala dell’Avvocata e Consolatrice, più intima e popolare, la video-installazione Dietro la Vara di Rosita Commisso restituisce la devozione vissuta nel silenzio e nella preghiera personale.
Fondamentale il contributo del Gruppo di Allestimento e Supervisione, composto dagli studenti ABARC Andrea Albanese, Arianna Delfino, Jasmine Iannì, Davide La Gamba, Federica Sorace e Antonio Zappone, che hanno partecipato attivamente alla costruzione del progetto espositivo.
Il direttore dell’Accademia, Pietro Sacchetti, sottolinea come l’ABARC si confermi non solo come luogo di formazione, ma come centro di produzione culturale avanzata: «L’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria vanta un corpus di professionisti capace di sviluppare strategie di brand identity complesse, utilizzando le dinamiche espositive secondo le più recenti tendenze dell’arte contemporanea, con una visione nuova che l’ABARC sta portando avanti in città».
Per la vice direttrice Domenica Galluso, la mostra va oltre l’aspetto artistico: «La devozione alla Madonna della Consolazione non è solo un atto religioso, ma il cuore dell’identità civile e spirituale di Reggio Calabria. Le stanze diventano luoghi di preghiera, con una visione contemporanea della devozione, ma saldamente ancorata ai valori tradizionali».
I curatori Francolini e Malice definiscono il progetto come un vero e proprio esperimento espositivo: le opere non sono semplicemente esposte, ma integrate negli ambienti, trasformati in “situazioni” capaci di coinvolgere lo spettatore in un’esperienza multisensoriale. Una direzione “glocale”, che valorizza un patrimonio locale attraverso linguaggi e strategie di respiro globale, intrecciando elementi narrativi, visivi, sonori e multimediali.
“La Madonna della Consolazione. Fede e Tradizione di un Popolo” si configura così come un dispositivo culturale vivo, capace di unire memoria e contemporaneità, fede e ricerca artistica, offrendo alla città e ai visitatori un’occasione preziosa per rileggere, attraverso l’arte, uno dei simboli più profondi dell’identità reggina.










