Noi lo diciamo da sempre. Quando c’è di mezzo il procuratore Fiordalisi, c’è sempre qualcosa che non torna. E a quanto pare anche dietro l’ultima “fantasmagorica” impresa del procuratore che… non deve chiedere mai, c’è qualcosa di misterioso. Ma veniamo ai fatti. Alla vigilia di Natale le truppe cammellate del procuratore di Paola Fiordalisi hanno informato i media che – nonostante le festività in pieno corso – la procura aveva dato mandato alla Guardai Costiera di sequestrare un ristorante sul lungomare Sud di Paola per presunti abusi edilizi. Ma come? Si sono chiesti in molti… proprio alla vigilia di Natale? Fatto sta che è stato emesso un comunicato stampa e che la famiglia che gestisce il ristorante è stata messa in ginocchio. Ieri, a tre giorni dal “fattaccio”, una dichiarazione del legale della famiglia inizia a chiarire qualcosa, anche se non proprio tutto, rispetto a quello che si nasconde dietro questa “brillante” operazione del procuratore che… non deve chiedere mai.
“Contrariamente a quanto riportato da alcuni organi di stampa – scrive l’avvocato Paolo Perrone del foro di Paola – e come verrà chiarito nelle competenti sedi giurisdizionali è doveroso precisare che i presunti abusi edilizi non riguardano l’intera struttura né hanno ad oggetto occupazioni di aree demaniali marittime. La sala ristorante e i servizi annessi sono stati infatti realizzati sulla base di titoli edilizi e autorizzazioni paesaggistiche regolarmente rilasciati mentre le contestazioni riguardano esclusivamente porzioni accessorie ed esterne.
In ogni caso, considerando che le indagini si sono concluse nei primi giorni del mese di aprile del 2025 e che il sequestro preventivo è stato eseguito a quasi 9 mesi dalla conclusione delle stesse, alla vigilia di Natale, si confida in un dialogo sereno e collaborativi con l’autorità giudiziaria, anche alla luce dei fatti emersi e della incensuratezza degli indagati. La difesa è certa che il confronto nelle sedi competenti consentirà una celere, corretta e proporzionata ricostruzione della vicenda”.
Fin qui la dichiarazione dell’avvocato Paolo Perrone, che ovviamente non si è potuto spingere oltre un certo limite. Tuttavia, qualcosa di strano emerge eccome… A partire dalla stessa stesura del comunicato stampa diffuso ai media. L’avvocato scrive “contrariamente a quanto riportano i media” ma è del tutto evidente che i media hanno riportato quanto è stato scritto dalla Guardai Costiera con la supervisione del procuratore che… non deve chiedere mai. E a quanto pare sono state diffuse notizie false se è vero, com’è vero, che questi presunti abusi edilizi non riguardano tutta la struttura come invece si è voluto far credere all’opinione pubblica. Non solo: questi presunti abusi edilizi non riguardano neanche occupazioni di aree demaniali marittime. E c’è di più: non c’entrano nulla con la sala ristorante.
Dunque, anche se l’avvocato non poteva forzare la mano: perché procedere a questo sequestro preventivo? E soprattutto: perché procedere al sequestro dopo nove (9!!!) mesi dalla chiusura delle indagini e proprio alla vigilia di Natale? Beh, all’ultima domanda è facilissimo rispondere: il ristorante aveva programmato, come tutti i ristoranti del… mondo, una intensa attività in queste feste natalizie e di fine anno e il sequestro è stato una vera e propria mazzata economica per la famiglia che lo gestisce. Non ci vuole certo uno scienziato per capirlo. E allora, per arrivare a capire cosa si nasconde dietro questa “fretta” ci dev’essere ancora qualcosa che non sappiamo o quantomeno non emerge ancora dalle dichiarazioni dell’avvocato. Ma il paese è piccolo, la gente per fortuna parla e presto proveremo a spiegare cosa si potrebbe nascondere dietro la fretta del procuratore che… non deve chiedere mai.









