“Cosenza, vi racconto le mie giornate senz’acqua e la beffa delle bollette da pagare per un servizio che non c’è”

COSENZA – Questo è il filo di acqua che arriva a Via Piave alle 3 di una domenica pomeriggio nel bel mezzo delle feste. È cosi ormai da 6 mesi, inesorabilmente e progressivamente siamo rimasti senz’acqua. Ho tre figli adolescenti che vanno a scuola e fanno sport ogni giorno, io lavoro, è assolutamente normale e sano che vengano fatte almeno 4 docce in famiglia, almeno 1 lavastoviglie e 1 lavatrice a giorni alterni.

Devo mettere gli elettrodomestici entrambi insieme alle 7.30 quando arriva l’acqua corrente, se ritardo di qualche ora la pressione manca e viene prelevata l’acqua dal serbatoio …. e la famiglia rimane senz’acqua alle 12. Il filino che arriva dal Comune manda in blocco gli elettrodomestici perché privo di pressione e quindi bisogna essere strategici .. .

In barba al costo delle tariffe monorarie o biorarie proposte dalle compagnie elettriche, beffandoci dei consigli sul risparmio energetico che indicano di mettere gli elettrodomestici nelle ore serali per risparmiare. A me viene da ridere …. nelle ore serali non ho nemmeno l’acqua per farmi un the. Certo che ho la cisterna, come tutti a Cosenza, è di 500 litri ma non si riempie per intero perché abito al terzo piano e l’acqua corrente perde pressione già nelle prime ore del mattino. In linea d’aria sarei sotto l’acquedotto .. . Anche in discesa …. ma l’acqua non arriva, perché prima si riempiono le mega citerne dei mega condomini che sono a monte, poi si riempie l’Annunziata (più che lecito) e qui giù arriva pochissimo.

A me non interessa chi ha sbagliato nei decenni, non interessa il colore delle amministrazioni che hanno fatto sparire i soldi per riparare il sistema idrico, non mi interessa chi attualmente gestisce il servizio, io voglio soltanto poter fare una doccia alle nove di sera senza dover rimanere insaponata perché finisce l’acqua. Io vorrei che si mettessero dei misuratori ai condomini con cisterne sovradimensionate, vorrei pagare per un servizio, per un diritto, per un bene comune non per un disservizio. Qui iniziamo a parlare di emergenza sanitaria.

Non poter scaricare il bagno la sera con tutte le sue conseguenze igieniche e batteriologiche impone una riflessione seria. In ultimo, aggiungo la beffa: la Sorical ha dichiarato che ogni famiglia a Cosenza riceve in media ogni giorno 520 litri d’acqua. Diciamo che già la parola “in media” mi spaventa perché ci sono famiglie con serbatoi da 5000 litri (si vedono sui terrazzi dalla strada), la beffa qual è? Che ho appena ricevuto per 9 mesi una bolletta di circa 500 euro per un consumo stimato di oltre 400 metri cubi di acqua.

Se la matematica non è un opinione i famosi 520 litri al giorno che la Sorical dice di mandare, sarebbero circa 190 metri cubi all’anno, come fa allora a fatturarmene il triplo? E si, certo, la mando la lettura ma non la considerano mai, e si certo sono andata a parlare agli sportelli di Municipia e del settore tributi e, come si dice a Cosenza, “mi sono morti nelle mani”. Ebbene con parte della tredicesima pagherò la bolletta di un’acqua mai arrivata e di cui non ho usufruito. Come cittadini siamo stanchi delle polemiche e delle promesse, vogliamo dei programmi, nero su bianco, vogliamo leggerli, capirli, sapere dove sono i fondi, che lavori si intende fare e quando, quando inizieranno. Non siamo folle da irretire con quattro parole. Siamo persone colte, istruite, sapienti, siamo l’Atene del Sud, vogliamo capire, vogliamo i numeri e soprattutto i tempi. Grazie per la pazienza e per avere sopportato lo sfogo, ma la misura è colma.

Assunta Capalbo