Cosenza e provincia, caccia alla “banda dei Jeeg Robot”. Le analogie col celebre film di Mainetti

In provincia di Cosenza siamo al terzo assalto con esplosivo ai Postamat. Prima a Cassano, poi a Santa Maria del Cedro e infine a Laino Borgo, un gruppo di criminali ha messo a segno tre colpi molto audaci che hanno messo kappaò le forze dell’ordine, evidentemente incapaci di fermare i banditi. Abbiamo già cercato di dare una mano agli inquirenti, invitandoli a fare un censimento dei Postamat di ultima generazione installati più o meno recentemente da Poste Italiane attraverso la campagna “dieci impegni” soprattutto per i piccoli comuni sotto i 5.000 abitanti. Oggi tuttavia non possiamo fare a meno di aggiungere anche un elemento “cinematografico” che del resto è sotto gli occhi di tutti.

Questi bancomat sradicati riportano inevitabilmente alla mente le scene di Lo chiamavano Jeeg Robot, film uscito nelle sale cinematografiche nel 2015 e anticipato da un video messo ad arte su YouTube nel quale uno degli attori protagonisti (Claudio Santamaria) con i poteri appena acquisiti dopo essere scappato nel Tevere ed essere finito in un bidone contenente scorie, acquisisce super poteri che gli permetteranno poi di sradicate un bancomat con la sola forza delle braccia.

Nel film Claudio Santamaria interpreta il ruolo di Enzo Ceccotti, piccolo criminale romano di borgata. un bel giorno, nel tentativo di sfuggire alla polizia che gli sta alle calcagna, finisce nel Tevere, dove s’imbatte in una sostanza radioattiva che gli regalerà una forza smisurata, rendendolo capace di sradicare un bancomat e di portarselo a casa, sotto braccio, come fosse un filone di pane. È evidente che non salverà l’umanità da pestilenze o attacchi alieni, ma non per questo sarà meno super, «perché di eroi, oggi, abbiamo bisogno tutti». Parola di Gabriele Mainetti, regista del film.

Classe 1976, Gabriele Mainetti ha girato (e scritto, con Nicola Guaglianone e Roberto Marchionne in arte Menotti) un film stupefacente. In anteprima alla Festa di Roma, gli è valso come migliore esordio italiano da parecchi anni a questa parte, esportabile all’istante. Con l’aggiunta, com’è giusto che sia, di una “compagna”. Perché se Ceccotti/Santamaria diventa un supereroe nel film lo deve soprattutto a una donna molto fragile e un po’ matta, Alessia (Ilenia Pastorelli, attrice che successivamente diventerà “famosa” anche perché molto brava) che in lui vedrà l’Hiroshi dal cui mito non si è mai riuscita ad affrancare. 

Dalla finzione cinematografica alla realtà cambia il modus operandi ma non il “bottino”, con le diverse bande di replicanti che, oltre alle rapine, pianificava e metteva in atto le cosiddette “spaccate” a danno delle banche o delle Poste utilizzando, invece dei superpoteri di “Enzo” o dei carroattrezzi provento di furto come “ariete” oppure, come in provincia di Cosenza, gli esplosivi che evidentemente sono più affidabili delle “spaccate”. E in entrambi i casi… auto veloci per la fuga.

Intanto, però, in tutti questi anni Ceccotti/Santamaria è stato immediatamente issato al ruolo di un Robin Hood dei giorni nostri, effigiato sui murales dai writers del suo quartiere come fosse un ladro buono pronto a rubare per donare ai meno ricchi… E’ la società dello spettacolo, bellezza…