Da ieri abbiamo iniziato a pubblicare la lunga relazione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi indirizzata al presidente della Repubblica che ha determinato lo scioglimento del comune di Altomonte per infiltrazioni mafiose. In questa relazione non ci sono nomi e cognomi ma chi conosce il territorio sa decifrare i nomi – oltre che del sindaco Coppola noto a tutti – anche degli imprenditori, degli assessori, dei consiglieri e persino dei dipendenti comunali che sono protagonisti di queste squallide vicende. In ogni caso, al termine della pubblicazione della relazione, proveremo a renderli pubblici con tanto di “ritratti” e di storie. Ancora un po’ di pazienza.
ALTOMONTE, COMUNE SCIOLTO PER MAFIA – PRIMA PARTE –Â
SECONDA PARTEÂ
La compromissione dell’apparato politico-amministrativo traspare anche dalla circostanza che il prefetto di Cosenza, oltre a proporre lo scioglimento per condizionamenti mafiosi dell’ente, ha richiesto l’adozione delle misure di cui al comma 5 del cennato art. 143 del TUEL nei confronti di un dipendente comunale stretto familiare del defunto capo cosca locale.
La relazione prefettizia si sofferma lungamente sulla figura del dipendente comunale in quanto divenuto i! “fulcro dell’attività amministrativa del!’Ente in termini totalizzanti” a prescindere dalle aree di competenza dei singoli uffici, ruolo assunto di fatto predetto e che ha trovato conferma anche in sede di dichiarazioni rese in sede di audizione presso la commissione d’indagine. Lo conferme anche l’atteggiamento prevaricante capace di incidere direttamente sugli esiti di procedure di gare nelle quali ricopriva l’incarico di responsabile unico del procedimento e, in un caso, anche senza rivestire alcun ruolo formale.
Proprio a questo riguardo la commissione d’accesso fa riferimento, in particolare, a due procedure di gara nelle quali il dipendente ha il ruolo di responsabile unico del procedimento nonostante in entrambi i casi avrebbe dovuto astenersi attesa che, tra i candidati da selezionare (per l’assunzione di tre operatori sociosanitari) e tra i dipendenti di una delle ditte partecipanti (risultata affidataria del servizio mensa) figuravano suoi parenti; obbligo di astensione previsto dalla normativa vigente e da deliberazioni dell’Anac.
Ancor più gravi sono state le irregolarità segnalate dall’organo ispettivo nell’espletamento delle procedure di reclutamento di personale specialista di vigilanza, i cui esiti hanno dato luogo all’assunzione e poi alla nomina in qualità di comandante della polizia municipale di Altomonte di un ex amministratore dell’eme anch’egli imparentato con il suddetto funzionario e con il presidente del consiglio comunale.
Riguardo a tale procedura viene innanzitutto segnalata una discrasia tra l’oggetto della delibera di giunta nella quale si è deciso di procedere con un concorso pubblico, per titoli ed esami, rispetto alla successiva determina dirigenziale nella quale, invece, si fa riferimento ad una procedura di selezione per (soli) esami (e non anche titoli) per la copertura della figura professionale da destinare all’ufficio della polizia locale. Anche in questo caso il responsabile del procedimento è stato il summenzionato dipendente comunale, il quale di fatto con propria determina ha arbitrariamente modificato l’iter concorsuale rispetto alla decisione già adottata dalla giunta senza che vi fosse alcun intervento correttivo dell’amministrazione comunale.
Le verifiche disposte sulla procedura in parola da parte della commissione di indagine hanno rivelato che i! candidato poi assunto era il “meno titolato” rispetto agli altri concorrenti, inoltre non è risultato idoneo al conseguimento della qualifica di pubblica sicurezza per pregresse pendenze giudiziarie, peraltro non dichiarate negli atti concorsuali. II mancato riconoscimento del titolo di P.S. non consente al dipendente assunto di svolgere compiutamente tutte le mansioni previste dal suo ruolo.
L’attività ispettiva ha restituito un quadro di sostanziale compromissione dei principi di buon andamento e di imparzialità dell’ente locale, avendo l’organo ispettivo riscontrato un sistematico procedure di affidamento dei pubblici appalti, non di rado canalizzati al soddisfacimento di interessi di soggetti vicini alla criminalità organizzata, verso i quali l’amministrazione comunale ha tenuto “quantomeno un atteggiamento cedevole” a discapito delle funzioni pubbliche da esercitare correttamente a garanzia delle pubbliche istituzioni e che, invece, si sono svilite in condotte che la giurisprudenza in materia definisce di “abbandono della funzione amministrativa”.
Le principali criticità emerse in ispettiva riguardano la frequenza degli affidamenti diretti privi di motivazioni tecnico-giuridiche – nei quali risulta spesso omesso l’espletamento di ricerche di mercato e di procedure comparative in ordine alla convenienza economica dei corrispettivi richiesti dalle imprese affidatarie -, la mancata applicazione della normativa antimafia e più in generale dei controlli preventivi nei riguardi dei soggetti o delle societÃ
affidatarie di lavori o forniture pubbliche, nonché la concessione di proroghe reiterale degli affidamenti dei casi previsti…
A titolo esemplificativo della compromissione dell’azione amministrativa posta in essere dall’ente locale. viene fatto riferimento ad alcune procedure di gara indette dal comune di Altomonte. In particolare sono state segnalate irregolarità negli affidamenti concessi ad società di fatto riconducibile al suddetto referente delle locali cosche criminali alla quale l’amministrazione ha continuato ad elargire commesse pubbliche nonostante fosse stata destinataria, sin dal marzo 2022, di interdittiva antimafia della prefettura di Cosenza.
Viene fatto rilevare che la stessa ditta sin dalla sua costituzione non risulta avere dipendenti, mentre gli elementi acquisiti in sede di audizione dimostrano che il personale presente sui cantieri corrispondeva a familiari del predetto imprenditore.
La relazione prefettizia, a conferma dello stabile rapporto fiduciario tra l’ente locale e detta società , riferisce anche di una serie di affidamenti di lavori per la messa in sicurezza di una strada comunale, di forniture di calcestruzzo e di nolo di mezzi meccanici, nonché di lavori di manutenzione della viabilità comunale. Oltre alle predette attività viene segnalato un subappalto con noleggio a caldo e a freddo di mezzi meccanici assegnato alla stessa ditta da un raggruppamento di imprese, affidatario di lavori di mitigazione di effetti franosi in una località del comune di Altomonte, contratto risalente al 21 giugno 2024 ma depositato agli atti del comune solo dopo gli accertamenti effettuati in cantiere dalle forze di polizia. Per questo subappalto non sono stati effettuati i dovuti controlli preventivi antimafia come richiesto dalla normativa di settore.
A questo proposito viene precisato che gli affidamenti riguardanti. in particolare, la fornitura di materiale e il nolo di mezzi, a prescindere dagli importi e dal valore delle commesse, richiedono in ogni caso che la società affidataria sia iscritta nelle cosiddette white list provinciali, come previsto dall’art. 1, comma 53 della legge 190/2012 che
regolamenta i settori più a rischio di infiltrazione mafiosa.
2 – (continua)









