C’è una sentenza della Corte dei Conti datata dicembre 2012 con la quale si condannano Franco Petramala e i suoi sodali all’ASP di Cosenza per le assunzioni farlocche dei precari tra il 2008 e il 2010, anni spensierati di ruberie sotto l’egida del Cinghiale. Del quale sono stati fedeli servitori ed esecutori.
Non sappiamo ancora quando si celebrerà l’appello ma sappiamo con certezza che quella sentenza è esecutiva. E dice che ci sono circa 400 persone stabilizzate a vario titolo che non hanno i requisiti per lavorare all’ASP.
LA SENTENZA
Il procuratore regionale della Corte dei Conti contestava a tutti i convenuti la illegittima trasformazione di rapporti di lavoro del tipo co.co.co. in contratti a tempo indeterminato da parte dell’A.S.P. di Cosenza, cui è conseguito (e secondo noi consegue ancora!) un danno erariale pari agli emolumenti corrisposti.
Tale illegittima trasformazione è conseguente ad una distorta quanto forzata applicazione delle disposizioni di cui all’art.1, comma 558 della Legge n.296/2006 ed alla Legge n.244/2007, le quali consentivano, al ricorrere di particolari condizioni, la cosiddetta stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni.
Le relative condotte causative di danno vengono individuate, per un verso, in quelle proprie del management aziendale – direttore generale, amministrativo e sanitario – per altro verso in quelle di tutti i componenti della commissione di valutazione dei curricula degli aspiranti stabilizzandi; parimenti viene individuata quale condotta causativa del danno erariale quella del responsabile del procedimento amministrativo di stabilizzazione.

Nel dettaglio il procuratore regionale della Corte dei Conti contesta diversi atti amministrativi generali che, in epoche diverse, hanno dato luogo, presso l’A.S.P. di Cosenza, a procedure di stabilizzazione tanto di lavoratori co.co.co., quanto di lavoratori a tempo determinato: si tratta dei bandi n. 4067 del 6-10-2008; n. 5951 del 30-12-2008; n. 484 del 19-2-2009; n. 2613 del 6-7-2009.
Per come poi risulta dalla documentazione e dai rapporti riversati in atti, i singoli atti di assunzione a tempo indeterminato dei soggetti interessati – che, come ricordato, non sono solo co.co.co., ma anche personale già in servizio a tempo determinato presso l’A.S.P. alla data dei bandi – si collocano in un lungo frangente temporale, compreso tra l’1-11-2008 ed il 1-4-2010.

Sono stati prodotti in giudizio dal procuratore regionale tre elenchi di nominativi che avrebbero beneficiato delle illegittime stabilizzazioni: il primo contiene n. 69 nominativi di co.co.co. passati a tempo determinato in data 1-10-2008 e, successivamente, a tempo indeterminato in varie epoche tra il 2008 ed il 2010 con la quantificazione degli importi retributivi lordi da essi percepiti a far data dalla data di stipula del co.co.co.
Il secondo contiene ulteriori 389 nominativi di soggetti già in servizio presso l’A.S.P. di Cosenza e passati a tempo indeterminato in varie epoche tra il 2008 ed il 2010, con la quantificazione degli importi retributivi lordi da essi percepiti a far data dalla stabilizzazione a tempo indeterminato.
Il terzo contiene un elenco di 205 nominativi tutti coincidenti con quelli del secondo elenco con la quantificazione degli importi retributivi lordi da essi percepiti a far data dalla stabilizzazione a tempo indeterminato.
L’ASP NON POTEVA STABILIZZARLI
Di particolare interesse si rivela il contenuto di alcuni atti amministrativi regionali e della stessa A.S. di Cosenza dai quali emerge chiaramente che a tutto il 2008 e per gli anni 2009 e 2010 non era possibile far luogo ad alcuna procedura di stabilizzazione od assumere personale a tempo indeterminato stanti le disposizioni legislative. Tali atti non potevano evidentemente essere ignorati od anche solo male interpretati dal management delle A.S. regionali calabresi, atteso che essi rappresentano, come nel caso delle deliberazioni della Giunta regionale, relative ai bilanci d’esercizio od a quelli preventivi, il frutto delle scelte decisionali ed operative dei vertici aziendali.
Bisogna precisare che nel presente giudizio l’elemento del danno erariale discende non solo dalla illegittima trasformazione, cui consegue un onere finanziario per stipendi e contributi assistenziali e previdenziali permanente e futuro a carico dell’A.S.P. di Cosenza, ma anche nel dimostrato aumento del disavanzo sanitario regionale, derivante dalle illegittime ed abusive pratiche di stabilizzazione intercorse tra il 2008 ed il 2010.
IL PROSPETTO DEI DANNI
Ed ecco il prospetto dei danni erariali provocati dai signori dell’ASP e chi ne ha illegittimamente tratto vantaggio ed era all’epoca solo un co.co.co.
E così in totale abbiamo un danno erariale di € 1.628.877,57 relativamente solo alla stabilizzazione illegittima di co.co.co.
In definitiva il danno erariale va così calcolato:
A) importo relativo alla stabilizzazione illegittima di co.co.co. = € 1.628.877,57
B) importo relativo alla stabilizzazione illegittima di personale a tempo determinato = € 10.851.572,31 totale danno = € 12.480.449,88 importo da ridurre del 50% in applicazione del principio della compensatio lucri cum damno.
In definitiva andrà addebitata, in solido tra loro, ai convenuti Petramala, Scalzo e Bellusci la somma complessiva di € 6.240.224,94, ripartita per come segue: Petramala 50%, € 3.120.112,47 Scalzo 25%, € 1.560.056,23 Bellusci 25%, € 1.560.056,23
Ora, l’Asp di Cosenza non dice né a noi, né a Scura ed Urbani, che fine abbiano fatto le 400 persone circa con falsi titoli.
Percepiscono ancora stipendi? E fra Remigio da Varagine Magnelli gran visir del personale cosa fa? Pare che i 400 siano addirittura tornati alla carica per chiedere la stabilizzazione. Una vergogna considerato che ci sono decine di migliaia di disoccupati senza padrini a spasso. Lo chieda lei, ingegnere Scura, e ci faccia sapere…