Iacchite’ ha sempre ammirato e sostenuto il procuratore della DDA di Reggio Calabria Cafiero de Raho. Magistrato serio, capace di far emergere in tutta la sua chiarezza la cupola massonica-politico-mafiosa che ha governato Reggio Calabria.
C’è un’inchiesta tuttavia che Cafiero de Raho finora ha trascurato o sottovalutato.
Circa un anno e mezzo fa, il senatore dei Cinquestelle, Nicola Morra, che noi notoriamente non amiamo, annunciò in pompa magna di avere presentato un esposto alla procura della Repubblica di Reggio Calabria sulla vergognosa vicenda dei giornalisti dell’ufficio stampa del consiglio regionale assunti tutti (per modo di dire) senza concorso, con stipendi da favola che vanno da quatto a seimila euro mensili.
Si tratta di Romano Pitaro, Gianfranco Manfredi, Filippo Diana, Luisa Lombardo e Cristina Cortese.
Su di loro due anni fa il Mef ha detto che sono abusivi.
Tutto questo accade in una regione in cui i giornalisti sono ridotti alla fame.
Da allora nessuna notizia si ha su questa inchiesta, mentre i cinque abusivi sono al loro posto.
Delle due l’una: o a Reggio Calabria ci sono difficoltà ad indagare su questa gente che mortifica leggi dello stato e su quelli che li tengono al loro posto, oppure Morra ha bluffato e non ha inviato alcun esposto.
In questo secondo caso la questione sarebbe gravissima, avendo lo stesso parlamentare sbandierato ai quattro venti l’esposto.
Vorremmo fare chiarezza sul punto.
Reggio Calabria vada a violare anche questi santuari intoccabili, ancora oggi protetti da Oliverio e Irto.