Rossano, l’impero del “generale” Graziano: i rapporti con i clan

Giuseppe Graziano

RIASSUNTO DELLA PUNTATA PRECEDENTE

Forte della sua carica politica di consigliere regionale (che adesso non ha più ma lui spera di diventare addirittura sindaco della nuova città Corigliano-Rossano), ma anche della concomitante appartenenza al ruolo forestale, Giuseppe Graziano ha esplicato una intensa attività persuasiva non solo attraverso promesse di posti di lavoro, snellimenti di pratiche, concessione di contributi, ma anche “acquisti” di pacchetti di voto. In particolare, ha utilizzato numerose società nelle quali detiene partecipazioni, con interessi nel settore della gestione ambientale, della vigilanza e così via.

Inizia così un dettagliato esposto inviato al procuratore della Repubblica di Castrovillari Eugenio Facciolla, in merito al reato di voti di scambio per le ultime elezioni regionali (2014) a Rossano.

Il Graziano dispone di notevoli quantità di denaro, che in molti ritengono possano provenire da attività di riciclaggio. E’ stato infatti per quasi 5 anni direttore generale del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria (governatore Agazio Loiero).

Dalle dichiarazioni, nonché da numerose denunce, di tale Antonio Ferrante, emerge un quadro impressionante sull’entità delle risorse finanziarie che il Graziano avrebbe accumulato in quel periodo, frutto – secondo il Ferrante – delle tangenti percepite a fronte delle innumerevoli autorizzazioni ambientali per impianti fotovoltaici, eolici, discariche, depuratori e così via.

I RAPPORTI CON I CLAN 

Il Ferrante racconta, ancora, di legami abbastanza frequenti, sempre per le autorizzazioni ambientali che Graziano dispensa, con numerosi ambienti criminali di quasi tutta la Calabria. In particolare cita l’autorizzazione di un parco eolico in provincia di Crotone, in capo ad una cosca locale, numerosi parchi eolici nella provincia di Catanzaro alle famiglie Sgromo-Speziali (proprio quelli che hanno fatto affari anche con Calabria Verde, ndr) a fronte di elevatissime somme di denaro, nonché di numerosi impianti rinnovabili e discariche in provincia di Cosenza.

sito-discarica-scala-coeli Nello specifico fa riferimento alla vicenda dell’autorizzazione alla discarica di Scala Coeli, realizzata da una società con sede a Rossano (la BIECO), della quale si era interessata anche la cosca locale per ottenere l’autorizzazione.

Sempre secondo il Ferrante, il Graziano prima trattò con la cosca Acri-Morfò, a fronte del pagamento di un importo di 100mila euro per contanti, per poi restituirli, come riferito dallo stesso Ferrante, in cambio dell’acquisizione di una quota societaria del 40% in capo a un suo fiduciario.

Un capitolo a parte è poi dedicato agli impianti per la produzione di energia da biomassa o per la produzione di pellet, legna da ardere, cippato ecc. per i quali il Graziano ha esercitato la doppia attività di soggetto autorizzatore (per il ruolo regionale di direttore generale del Dipartimento Ambiente) nonché di alto dirigente regionale del Corpo Forestale, attraverso il quale utilizzava ditte conniventi per le concessioni nonché il taglio abusivo di grandi estensioni boschive.

In particolare, il territorio cosentino è stato ampiamente depredato dal taglio abusivo di boschi. Attraverso l’appoggio di alcuni marescialli del Corpo Forestale, sono stati illecitamente disboscati migliaia di ettari nei Comuni di Bocchigliero, Rossano, Longobucco, Acri ecc., da parte di consorterie criminali locali e sempre con la connivenza ed il supporto di ufficiali e guardie forestali al servizio del Graziano, il cosiddetto “generale”.

Insomma, un’azione criminale a vasto raggio che ha consentito al Graziano non solo di drenare enormi quantità di denaro derivante da tali attività, ma anche di controllare consistenti pacchetti di voti in tutti i comuni con forte presenza di ditte boschive e guardie forestali, che gli hanno consentito di essere il più votato della provincia di Cosenza tra le liste del centrodestra (oltre 9.000 voti) e tutto ciò alla sua prima candidatura in assoluto.

Tra i marescialli del Corpo Forestale complici e conniventi del generale c’era certamente Carmine Greco, arrestato nel mese di luglio 2018 dalla Dda di Catanzaro e torchiato per bene in questi mesi dagli inquirenti: in questo caso non c’è dubbio che un capitolo particolare sia dedicato proprio a Graziano.

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