Gli ex dipendenti della piscina di Campagnano hanno inviato una lettera aperta al procuratore della DDA di Catanzaro, Nicola Gratteri.
SE QUESTA NON È MAFIA DIMMELO TU COS’È
Chiediamo, signor procuratore, soltanto di essere presi in considerazione, anche solo per un attimo. Stiamo vivendo una situazione che in Italia sembra essere la normalità, ma ci sono mutui e famiglie, lavoro perso ingiustamente e non ritrovato e figli che soffrono, dietro a tutta questa storia. La preghiamo, noi crediamo in lei come persona, prima che come istituzione, quasi tutti i suoi libri li abbiamo letti di un fiato, quasi quasi sembra essere la reincarnazione o la continuazione dei grandi Falcone e Borsellino.
Signor procuratore, noi ex dipendenti della piscina di Campagnano (a Cosenza) ci siamo rivolti a tutti: alla Finanza di Cosenza, poi a quella di Catanzaro, alla sede dell’Inps di Cosenza, a quella dell’Enpals di Napoli, alla procura di Cosenza, all’Ufficio del lavoro e ai giornali, anche se solo tre testate ci hanno dato voce, ma per certo sappiamo che non si é mossa una foglia.
Abbiamo spiegato tramite Iacchite’ come la famiglia Manna (che ancora gestisce la piscina di Campagnano) possa essere inquisita per falso in bilancio, per appropriazione indebita e anche per occultamento di prove nel caso del bambino morto in piscina due anni fa, ma mai nessuno ha avuto l’idea di fare qualcosa.
La preghiamo: non veda questa lettera aperta come sfogo e basta perché se qualcuno di coscienza va ad indagare su tutto ciò che noi abbiamo denunciato fino ad ora, finirà con il rendersi conto che abbiamo ragione da vendere.
Purtroppo Cosenza è la città più infettata dalla massoneria che noi abbiamo mai visto. Per i Manna essere massoni è un vanto! La preghiamo indaghi … e si renderà conto che SE NON È MAFIA QUESTA, CI DICA LEI COS’E’…
Lettera firmata