Sanità a Cosenza, il caso Cedolia: un imbroglio da 214mila euro

Flavio Cedolia con Scopelliti

Il magistrato Emilio Sirianni, uno di quelli pochi e seri che fa il suo dovere (anche se partecipa a convegni con quel gran filibustiere di Roberto Occhiuto e con quella gran suonatrice di sax di Jole Santelli) ha dato ragione, come avevamo previsto, all’ASP di Cosenza, ribaltando  la.sentenza di primo grado in favore di Flavio Cedolia, un manager senza titoli che si è fottuto 214 mila euro senza colpo ferire.

Ora sarà simpatico prevedere chi restituirà i 214 mila euro all’azienda sanitaria. È molto probabile, anzi pressoché certo, che quei soldi non saranno più restituiti.
Il manager senza laurea non poteva esercitare quelle funzioni eppure all’ASP gli hanno aperto porte, portoni, balconi e finestre.

Lo avevamo scritto che Cedolia aveva torto marcio ma l’ASP ha pagato profumatamente, anche sapendo di avere ragione (pensate voi un po’!!!)  ad agosto e ora Cedolia, condannato anche alle doppie spese legali, potrà fare ricorso in Cassazione.

L’ASP di Lauricella e del Mauro depresso troverà i soldi sul conto corrente?  Abbiamo molti dubbi.
È  la stessa ASP che non si è opposta ai decreti ingiuntivi ed è per questo che Cedolia si terrà i suoi maledetti soldi. Non perché abbia ragione ma perché l’ASP, pur avendo il diritto dalla sua parte, ha fatto di tutto per mollare la guagna a Cedolia.

Quella stessa ASP che si prepara ad assumere 48 figli di papà falsi invalidi.
Quella stessa ASP che con Filippelli al timone sbagliò di proposito i ricorsi in primo grado contro Flavio Cedolia, uno che viene da Telcal,  fratello di Massimiliano, che ha preso  i soldi delle offerte di San Francesco da Paola.

Povera Calabria!