Sono giorni nei quali l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza conquista, ahinoi, la ribalta nazionale per le pessime condizioni nelle quali si ritrova.
I casini del nostro pronto soccorso, dei quali ci occupiamo da più di un anno, stanno diventando una sorta di record nazionale così come i sequestri delle sale operatorie.
Giova tuttavia ricordare e precisare che questi sequestri disposti da magistrati tutt’altro che irreprensibili come quelli della procura di Cosenza, altro non sono che prese per i fondelli, dal momento che le sale operatorie rimangono comunque con facoltà d’uso.
Inoltre, i medici, che non sono poi così incoscienti, fedeli alle consegne che arrivano dai papponi della politica, mandano tutti i pazienti possibili alle cliniche private. Cosenza, come si sa, ha anche il record nazionale del numero di cliniche, circa 150 quasi una per comune.
Quasi tutte sono sotto il controllo della politica: si passa da quelle riconducibili alla famiglia del consigliere regionale Ennio Morrone a quelle del ben noto usuraio (ex editore di giornali) Piero Citrigno, che staziona ormai stabilmente insieme a Nicola Adamo e ad Adriana Toman, al decimo piano della Cittadella regionale e a quella del dottore Tricarico (che ha la più grande clinica in assoluto a Belvedere, con tanto di pronto soccorso), legato ormai a doppio filo al deputato Magorno, l’uomo del PD affiliato al clan Muto.
Ma torniamo alla ribalta nazionale del nostro povero ospedale.
Stamattina anche Fiorello, nella sua “Edicola Fiore” in onda su Sky, ha ironizzato sul sequestro delle sale operatorie ed ha esclamato alla sua maniera: “Viste le condizioni igieniche anche i virus avevano le mascherine”
E come se non bastasse, anche il TG5 ha dedicato un servizio all’ospedale dell’Annunziata. E loro, i politici, imperterriti, continuano a sfasciare la sanità pubblica per arricchirsi con le cliniche. E Spagnuolo, invece di indagare seriamente, “sequestra” le sale operatorie facendo ridere ancora di più tutta l’Italia del nostro modo di vivere. Annullati dalla corruzione dei politici ma soprattutto da quella dei magistrati.