C’era anche un messaggio forte, dirompente e importante che il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, a novembre del 2016. aveva voluto inviare alle cosche criminali e a tutto il territorio reggino. Durante la conferenza stampa sull’operazione “Sansone” che aveva portato all’arresto di 26 affiliati alla cosca Condello, il procuratore reggino aveva fatto una dichiarazione non certo banale come quelle di tanti altri suoi colleghi a caccia solo di visibilità.
“Sul territorio della provincia di Reggio Calabria continuano a manifestarsi gli effetti nefasti di quella pax mafiosa probabilmente sottoscritta con l’estremo sacrificio del sostituto procuratore generale della Cassazione, Antonino Scopelliti, i cui assassini sono ancora senza nome. E la cosca Zito/Bertuca controlla Villa San Giovanni da oltre 25 anni e proprio in una frazione di Villa San Giovanni (a Piale, ndr) nel 1991 venne ucciso il giudice Scopelliti.

La procura non ha dimenticato quell’omicidio e prima o poi scopriremo chi ha commesso quell’assassinio. Già allora questa cosca controllava in pieno quel territorio. La mia esperienza mi induce ad affermare che, grazie all’impegno della magistratura e delle forze dell’ordine di Reggio Calabria, quell’omicidio arriverà ad essere acclarato in ogni sua parte di responsabilità“.