Per molti analisti politici, il Si in regioni come la Calabria vince facile.
Mai come adesso, dicono, la questione sudditanza economica della gente calabra nei confronti della malapolitica, viene fuori in tutta la sua potenza. Più che in una tornata elettorale regionale o nazionale.
Chiunque si dica renziano ha un solo compito in questo momento: mobilitare il proprio pacchetto di voti clientelari e metterlo a disposizione del Si. E in Calabria il renzismo si traduce nella solita nomenklatura che fu PCI, PDS, DS, ed oggi PD.
Potentati politici di cui conosciamo la consistenza. Infatti, nonostante nessuno li vuole, alla fine sono sempre eletti, vedi Madame Fifì, Palla Palla, Aiello e compari, solo per citarne alcuni di Cosenza. Segno evidente di una base elettorale forte e consistente. Alla quale poco importa se chi le dà da mangiare è un intrallazzino. Un corrotto.
Loro li voteranno sempre perché dipendono da loro economicamente. Questo significa che tutti i sistemati del PD in Calabria voteranno Si. E se a questi ci aggiungi quelli sistemati dai cinghiali e dintorni, la somma diventa un numero importante. E i numeri parlano chiaro.
Una mobilitazione capillare di tutto l’apparato clientelare calabrese, ovvero il più importante d’Italia. Dai forestali alle Asp, dai cassaintegrati a nonna, agli assistiti di professione. Dagli enti fantasma ai carrozzoni di ogni tipo. Dai corsisti, ai raccomandati, passando per i falsi invalidi fino ai pensionati a trucco. Un mondo variegato e numeroso che coinvolge più di mezza Calabria. Una vittoria annunciata. Anche perché, se questo non bastasse, gli analisti ci ricordano che se ci sarà astensionismo, e ci sarà, quello di sicuro penalizzerà il NO.
GdD