Centro Biolife, l’USB avverte azienda, ASP e Regione: “Basta con lo scaricabarile”

Il Centro Biolife

In seguito alla proclamazione dello stato di agitazione del personale Biolife, centro di riabilitazione accreditato col Servizio sanitario regionale, determinato dalle politiche di ristrutturazione aziendale, i delegati sindacali dell’ USB (Unione sindacale di base) hanno nei giorni scorsi incontrato il dg dell’ASP di Cosenza Raffaele Mauro e dovrebbero incontrare lunedì prossimo presso la sede prefettizia, azienda, ASP e Regione Calabria per discutere della situazione occupazionale dell’azienda e dello stato della sanità privata cosentina.

Per conseguenza dei decreti del commissario ad acta per il piano di rientro dal disavanzo economico in materia di sanità e per forti responsabilità dell’ASP di Cosenza, il nostro territorio è a forte rischio sia per quanto riguarda l’accesso alle cure per la popolazione sia per il capitolo relativo ai lavoratori che operano all’interno di tali centri.

Dall’insediamento del commissario Scura la situazione della sanità calabrese anzichè avere miglioramenti è andata sempre più peggiorando.

Il commissario Scura
Il commissario Scura

Con l’introduzione del DCA 62, il decreto che non riconosce più la differenziazione delle tariffe in rapporto al ccnl applicato in azienda, il pagamento delle prestazioni riabilitative viene uniformato, determinando come conseguenza che le aziende dove venivano applicati contratti di maggior favore per i propri dipendenti, per riacquisire quei margini di profitto erosi dal decreto modificano i contratti applicando ai propri dipendenti contratti con condizioni economiche nettamente inferiori.

Non solo: a volte non corrispondono neanche alla natura dei centri, e né l’ASP né la Regione Calabria hanno attivato gli opportuni controlli di verifica. Anche il Biolife nell’agosto del 2015, un mese dopo la firma della delibera, ha unilateralmente modificato il contratto nazionale di lavoro adottando nella propria azienda il contratto AIOP RSA, adattandosi agli standard delle altre strutture e uniformando al ribasso le condizioni economiche e contrattuali dei propri lavoratori.
Come al solito, a pagare sono sempre i lavoratori.

Con il DCA 81/2016 che riscrive in peggio le piante organiche minime all’interno dei centri accreditati con il Servizio sanitario regionale, all’interno del Biolife abbiamo assitito nelle settimane scorse ad una rivisitazione dei livelli occupazioni con licenziamenti e tagli di ore. Situazione che nei prossimi mesi potrebbe ancor di più peggiorare perchè lo stesso decreto prevede che il numero dei lavoratori debba essere proporzionale (non come era prima all’accreditamento) alla contrattualizzazione.

Insomma, se Biolife è accreditata per 86 pazienti al giorno (36 ambulatoriali, 20 diurni, e 30 ricoveri) ma la contrattualizzazione taglia il 20% delle prestazioni, la Regione riconosce con questo decreto alle aziende la possibilità di tagliare il numero dei lavoratori.

Con il DCA 26/2016, poi, si definiscono i livelli di finanziamento per le strutture erogatrici e in sostanza non si riconosce alle cliniche la totalità delle prestazioni utili a garantire la copertura dell’intero anno. Conseguenza di tale misura è che l’accesso alle cure per i pazienti cosentini viene negato in determinati periodi dell’anno (nel nostro caso dal 20 novembre al 31 dicembre avendo il Biolife terminato le prestazioni convenzionate), con la conseguenza che anche i lavoratori stessi rischiano di dover passare un grigio Natale.

Raffaele Mauro
Raffaele Mauro

Lo stesso decreto prevede però che le ASP possano e debbano  “monitorare e verificare eventuali discrasie rispetto ai bisogni assistenziali della popolazione, proponendo opportuni correttivi dei tetti di spesa già assegnati”, ma il dg Mauro, nel nostro passato incontro, nonostante il decreto parli chiaro, esplicitando che le ASP possano intervenire per porre rimedio a tali situazioni, ha negato questa possibilità, dichiarando che la loro solo possibilità sia quella di verificare il bilancio consuntivo e vedere se ci sono briciole da spartire alle varie cliniche.

E’ evidente che il dott. Mauro sembri più impegnato su altri campi che non su quello relativo a risolvere strutturalmente questa situazione al fine di garantire la tutela alla salute della popolazione della sua ASP e la salvaguardia dei livelli occupazionali dei dipendenti dei centri accreditati col Servizio sanitario regionale.
Al precedente incontro con il prefetto del 30 novembre, l’ASP non si è presentata per impegni istituzionali a Catanzarp, dove dovevano parlare proprio dei tetti di spesa 2017.
L’incontro è stato posticipato a lunedi 12 dicembre.

L’USB ha voluto estendere l’invito anche al dirigente regionale Fatarella ed ai commissari Scura ed Urbani, nella speranza che avendo tutti gli attori allo stesso tavolo non si riproponga il gioco a scaricabarile tra Azienda, ASP e Regione, perchè alla fine dei giochi, poi, i più forti cadono sempre in piedi e quelli che pagano solo sempre i lavoratori.

USB lavoro privato – federazione di Cosenza