Non una parola di replica su quanto abbiamo scritto qualche giorno fa, da parte dell’invisibile sindaco di Rende, Marcello Manna. Né lui né il suo “portavoce” (impegnato nella sua avvedutissima attività di cronista rosa) hanno inteso replicare, dirci che eravamo in torto, falsi, anche noi bugiardi. Non potevano replicare, in effetti.
E cosa doveva dirci Manna? Sono due mesi che i cittadini attendono la sua “nuova Giunta”; come nel bel film di Dino Risi, “Pane, amore e…”, la Signora Giunta doveva pararsi davanti agli schermi, ma di essa non si ha notizia.
E sapete perche? Perché Manna versione coniglio (le sue facce sono almeno un centinaio ma quella del coniglio è quella che gli dona di più) è vittima dei suoi alleati, ed in primo luogo del “Cinghialotto”, alias bancomat, Gianfranco Ponzio che, con i suoi affari ed affaristi che gli sono vicini, è il vero deus ex machina della nobile città di Rende.
In passato, spesso, si è parlato, ed anche noi ne abbiamo scritto, della Casta di profittatori, palazzinari ed impresari che si sono impossessati per 40 anni della città di Arintha. Una pattuglia di “affaristi”, con le sembianze politiche che ha arraffato tutto quanto che quel meraviglioso territorio offriva.
Ma la “castina” del Cinghialotto è più perfida, perché si cela, si nasconde, arraffa di soppiatto, prende quel che resta dell’osso-comune. E tutto questo con una città disorientata, impaurita, che si è pentita d’essersi affidata a questi personaggi in cerca d’autore.
Dicono in molti che dalle parti di Via Rossini, qualcuno, risparmiato alla limitazione della libertà personale, ogni giorno produca qualche affare, con un sindaco che o subisce o è complice. L’eterno dilemma della vita di Manna.
Ancora non paghi di quanto è avvenuto in quelle latitudini e dei riflettori tuttora ben accesi sul Municipio, gli affaristi fanno affari pur conoscendo il rischio cui vanno incontro.
Ma, tornando a bomba, non è deflagrata. E Manna si conferma codardo, bugiardo, irrispettoso dei cittadini e dei suoi stessi elettori, prendendoli in giro e non dicendo dei ricatti che sta subendo, dei diktat del Cinghialotto, che vuole tre assessorati, la Presidenza del Consiglio e la mano libera sugli affari.
2 – (continua)