Fanno pure rima. Scarpelli, Perri e Magnelli.
Non è una triade di calciatori ma un afflato di scherani (o ascari, se preferite) del Cinghiale, al secolo Tonino Gentile, che hanno affossato la sanità cosentina.
Una prima preghiera, su Remigio Magnelli, va rivolta al Presidente della Corte di Appello di Catanzaro, Introcaso.
A distanza di diciotto mesi dalla condanna ad un anno in primo grado con l’accusa di falso per una serie di stabilizzazioni per il direttore delle risorse umane dell’Asp, non si hanno notizie sull’appello. Che facciamo, dottore Introcaso? Andiamo verso la prescrizione o scriviamo noi al Consiglio Superiore della Magistratura?
Per Perri e Scarpelli, invece, aspettiamo, subito, da Raffaele Mauro, il decreto di sospensione dal lavoro, per ordinanza di interdizione formulata dal giudice Giuseppe Greco.
Perri dirige il Distretto Cosenza-Savuto dell’Asp e Scarpelli, ormai ex direttore generale dalla fine del 2014, è primario di Neonatologia all’ospedale dell’Annunziata.
Poiché conosciamo le vostre porcherie e sappiamo che perdete tempo per favorire il ricorso al Riesame, aspettiamo entro stasera la determina, altrimenti scriveremo noi al Gip, chiedendo che apra procedimento penale per inottemperanza.
Se Tonino Wikipedia Perri, molto attento alle nipotine (ne ha una, che si chiama Graziella Morano, nel famoso elenco dei falsi precari) sarà interdetto, tra un anno dovrà tornare a fare lo psicologo.
Com’è possibile che manchino psicologi ma che quelli in servizio facciano i capi distretto amministrativi? Ce lo faccia sapere, commissario Massimo Scura. Sempre se ha tempo e se lo ritiene opportuno.