Rispetto a quanto accaduto stamattina a Corso Umberto, il Comune di Cosenza, quasi per “giustificarsi”, riferisce che si è rotto un grosso tubo della condotta idrica. Ora, senza voler entrare nei meandri tecnici della questione, basta fare un discorso generale sull’atavica emergenza acqua a Cosenza. Tutti vediamo lo stato di degrado in cui versa la rete cittadina che, come accertato dalla Corte dei Conti di Catanzaro, disperde quasi il 50% della preziosa risorsa idrica erogata all’ingrosso dalla Sorical al Comune. Quella rete, benché il sindaco cerchi di imputare a Sorical presunti mancati interventi, è di proprietà dell’Ente e ricade sotto la sua esclusiva responsabilità gestionale e manutentiva.Â
Emergenza acqua a Cosenza
Come capita spesso in politica, la questione ha radici nella gestione del potere e negli interessi economici. E vi spiego il perché, con l’intenzione di porre fine a questa vergognosa telenovela che offende le intelligenze dei cittadini.
Sorical, attualmente è una società per azioni a partecipazione pubblica. Ossia la Regione Calabria detiene il 55% delle quote azionarie della società , essendone quindi il maggior azionista. Le restanti quote azionarie sono in mano a privati.
È intenzione della Regione Calabria, in ottemperanza anche al volere popolare espresso con il recente referendum sull’acqua pubblica, trasformare Sorical in un ente a totale partecipazione pubblica, quindi di totale proprietà della Regione.
Nelle intenzioni della Regione Calabria vi è che la “nuova” Sorical dovrà occuparsi oltre che della gestione delle risorse idriche anche della gestione e manutenzione della rete idrica regionale. Ciò significa che i Comuni non saranno più competenti su tale materia.
Traduco ancora: i Comuni non avranno più le risorse economiche e le competenze in materia di appalti, sulla gestione della realizzazione delle reti idriche e della loro manutenzione. Sarà tutto in capo alla Sorical, quindi alla Regione.
I Comuni, quindi i sindaci, dal canto loro non vogliono rinunciare a questo quantitativo di fondi pubblici. Dovrei essere più schietto: ok, qui lo scrivo e qui lo nego. I Comuni non gestirebbero più gli appalti per la realizzazione e la manutenzione della rete idrica.
Ed è da questa contrapposizione che prende vita l’attuale guerra sull’acqua.
Sorical ha deciso di fornire ai Comuni il giusto quantitativo di acqua (secondo un calcolo litri/procapite, al netto di perdite della rete), facendo emergere le falle delle reti idriche comunali.
Cioè Sorical dice: io ti fornisco l’acqua che a te Comune dovrebbe bastare e ti faccio vedere che non ti basta perché hai tantissime perdite d’acqua in quanto sei incapace di provvedere alla manutenzione delle tubature. Ed in effetti così sta avvenendo. Basta fare un giro in città , non solo a Corso Umberto: a via degli Stadi così come a viale della Repubblica, a via 24 Maggio, a via Panebianco e chissà in quante altre zone che al momento ci sfuggono.Â
E con questa mossa Sorical, quindi Gigino Incarnato e quindi la Regione, tende a motivare, agli occhi dei cittadini e a scapito dei sindaci, la scelta di consegnare la gestione totale delle risorse e della rete idrica al nuovo ente pubblico.
La vera verità è questa, che nessuna delle parti ha sinora inteso raccontare in questi termini.
Mi rammarica molto questa vicenda, poiché dimostra il brutto lato della politica, che al fine di perseguire posizioni di potere e di gestione di risorse economiche, finisce per fare del male ai cittadini, che li hanno scelti ed eletti per il motivo opposto. Sono questi gli episodi che scavano un solco tra amministratori e amministrati, tra eletti ed elettori, tra politici e cittadini.
Lettera firmata