Alla Regione i casini e gli scandali non finiscono mai. C’è sempre qualcuno che ci prova e c’è sempre qualcuno così testardo da andare avanti col clientelismo anche se le manovre vengono smascherate.
E’ il caso di Calabria Lavoro, un’altra delle società in house della Regione Calabria, che vorrebbe “assumere” 140 stagisti e 81 addetti nell’ambito di quel gran caravanserraglio che è diventato “Garanzia Giovani”.
Da tempo Calabria Lavoro ha pubblicato i bandi PON “Iniziative Occupazioni Giovani” della Misura 7.1 di “Garanzia Giovani”. Ma si tratta di bandi redatti senza l’autorizzazione del Dipartimento Lavoro della Regione e addirittura con il parere negativo del Ministero del Lavoro e dell’autorità di gestione, che ha dichiarato inammissibili i costi dell’impegno di spesa, calcolati addirittura in oltre 6 milioni di euro.
Nonostante l’intervento del Ministero, però, Calabria Lavoro non ha ancora fermato la procedura e probabilmente ha intenzione di andare fino in fondo, alla chetichella, o, come dicono a Napoli, aumm aumm… Ma non è certo il periodo migliore, con tutti i casini che ci sono alla Regione, per portare avanti questa operazione.
Il deus ex machina di tutto questo “movimento” è una nostra vecchia conoscenza. Sì, perché il commissario di Calabria Lavoro altri non è (stato) che Fortunato Varone, detto “Natino”, nipote diretto della leggendaria mistica di Paravati ovvero Natuzza Evolo.

Eppure la Regione Calabria aveva nominato un dirigente, l’ingegnere cosentino Luigi Zinno, il 27 settembre 2016, ma finora non aveva ancora preso possesso del nuovo incarico.
Il colpo di scena arriva oggi. Finalmente ci giunge notizia che l’ingegnere Zinno sia “riuscito” (dopo quasi 4 mesi!) nell’intento di prendere possesso dell’ufficio e dei documenti.
Fortunato Varone, dunque, è stato commissario di Calabria Lavoro ma anche potente direttore generale del dipartimento Lavoro da cui dipende l’agenzia regionale per quasi quattro mesi. Varone è stato controllore e controllato. E ha fatto quello che ha voluto. O meglio, quello che gli hanno imposto i mandanti politici del giochino, che sono il vicepresidente Viscomi e la solita Roccisano.
A rigor di logica, dunque, tocca a Zinno bloccare tutto l’ambaradan che ha messo in moto Varone con tutti i suoi seguaci, padrino e madrina.
A beneficio della maggiore comprensione, lo spieghiamo sinteticamente.
Il Ministero del Lavoro prima ammonisce la Regione a rispettare i presupposti del bando e dopo tre mesi riscrive alla Regione e a Calabria Lavoro ma IMPONE di bloccare TUTTO.
Alla Regione stanno provando a fare orecchie da mercante anche in presenza di un documento del Ministero del Lavoro.
Sì, perchè il commissario Varone, nonostante ne fosse stato già nominato un altro, è andato addirittura avanti e ha diffuso le graduatorie di questo bando di Azienda Calabria Lavoro, dove vengono “premiati” i soliti noti! Spulciando tra i nomi dei selezionati, in tutte le selezioni, figurano i nomi di moltissime persone che già operano, in vari modi e a vario titolo, nei vari dipartimenti della Regione Calabria. Viene data, come al solito, la possibilità di avere doppio se non triplo contratto di lavoro a molte persone amiche, amiche degli amici e via dicendo.
Ora tocca a Zinno mettere fine a questo verminaio. I maligni obiettano che lui è l’ultimo a poter parlare perché ha un figlio (Antoniuccio) dipendente dello stesso carrozzone. In questi casi non si può che affidarsi al tempo, che anche stavolta sarà galantuomo.









