Diamante, i dolori (magorniani) del giovane Baronelli

Salvatore Baronelli

Mi hanno insegnato che la politica significa innanzitutto assumersi la responsabilità di scegliere e penso che la prima scelta da compiere è quella di decidere da che parte stare.

Io ho scelto di stare dalla parte degli ultimi. È una scelta di coscienza e alla coscienza si deve obbedire, altrimenti si corre il rischio di accorgersi un bel giorno che quell’immagine riflessa nello specchio che dovrebbe essere il nostro ritratto non ci appartiene, è diventato altro, non siamo più noi.

Ho scelto di stare dalla parte degli ultimi perché penso che il senso stesso dello Stato sia quello di aiutare i più deboli, di dare protezione a chi nella voracità della natura e della società avrebbe avuto la peggio.

Non è solo una questione di umanità o solidarietà, è innanzitutto un dovere innato che sento dal profondo dell’animo, che ho sviluppato da ragazzo e che oggi, da uomo, intendo rispettare e ascoltare. Non mi riconosco più in una classe dirigente che salva le banche e impoverisce i territori. Non mi riconosco più in una classe dirigente che vede il proprio paese spogliato di ogni cosa e non reagisce. Non mi riconosco più in una classe dirigente che lascia il suo territorio senza ospedali, senza tribunali e senza scuole.

Se in un territorio lo Stato non garantisce il diritto alla salute, la giustizia e l’istruzione, in quel territorio ha scelto di non esserci. Quel territorio non fa più parte dello Stato. E se i politici, a tutti i livelli, che in quel territorio sono nati, cresciuti e vivono non fanno nulla per tutelare le popolazioni alle quali appartengono non possono essere definiti politici ma semplici cacciatori di poltrone. Il potere è vanità. Quello che conta è essere a posto con la propria coscienza.

Per questo non posso più essere un dirigente locale del Partito Democratico né un semplice iscritto. Non posso più far parte di un sistema nato per aiutare gli ultimi ma che in realtà sta contribuendo a costruire una società elitaria e manovrata dal centro. Se si vuole davvero aiutare i cittadini si deve stare tra i cittadini, ci si deve impegnare capillarmente in ogni angolo del territorio.

Si deve valorizzare ogni via, ogni piazza, ogni strada. Si deve portare la speranza e possibilmente non solo quella a tutti. Si devono dare risposte e non nascondere le domande. Ho ancora molto da dare, ho tempo, voglia e desiderio di impegnarmi, ma non starò sotto l’egida di un simbolo che quotidianamente tradisce il suo stesso nome (democratico). La politica non è un posto in comune, in regione, in parlamento. La politica è tendere la mano ed io ho deciso di farlo partendo dal mio prossimo, in una visione meridionalistica non miope ma aperta. Il sud non deve più essere zavorra ma motore. Il sud non deve più essere derelitto ma protagonista. Ricordando a tutti che si è sempre meridionali di qualcuno.

Salvatore Baronelli – dirigente Pd “Circolo Francesco Princiipe” di Diamante

Fin qui la notizia, ma spesso la notizia vera sono i retroscena.

Sebbene il Baronelli sia laureato e aduso al parlar forbito, ai più la dura presa di posizione in essa contenuta non è parsa farina del suo sacco. A Gioiello, pardon Diamante sono abituati agli espedienti di Don Magorno.

Da quando non è più segretario del locale PCI/PDS/DS/PD il suo “amico” Battista Maulicino, secondo i più, liquidato proprio dal “nostro”, si sono susseguiti vari segretari/commissari fantoccio. Spesso questi venivano informati dai big della politica nostrana che l’indomani usciva una loro dichiarazione sulla stampa, dopo che la stessa era stata trasmessa da addetti stampa tuttofare pagati coi soldi del Comune o della Provincia, magari per fare altro ufficialmente, a corrispondenti locali al soldo degli stessi, abili a trovare spazio agli amici e a silenziare i nemici degli amici.

Detto questo, non ci sarebbe nulla di strano se Baronelli abbia parlato a nuora perché suocera intenda, ovviamente per interposta persona, potrebbe quindi trattarsi di una resa dei conti più grande di quella che sembra.

Il Baronelli inoltre è in predicato di passare a IDM di Orlandino Greco (al quale in molti pronosticano la stessa… fine di don Magorno), ma essendo un partito regionale, a qualcuno a livello nazionale farà comunque riferimento e lui ed altri potrebbero cambiare casacca a breve, se non lo hanno già fatto, d’altronde, come diceva il bambino di Miseria e Nobiltà: “Vicienzo m’è patre a me”… Quello che mi riporta nel “giro”, lo chiamo papà…