Il dottore Pietro Filippo prenderà i centomila euro della transazione illegittima con la quale ha messo spalle al muro l’ASP di Cosenza accampando non meglio precisate lamentele circa una sua collocazione dopo essere stato condannato in via definitiva per truffa, assenteismo e falso.
Il giudice Alessandro Vaccarella ha depositato il 7 febbraio scorso la sentenza di conciliazione tra il medico e l’Asp. Ora Filippo ha in mano una sentenza, che prevede la corresponsione dei 100 mila euro in tre tranche e il commissario Massimo Scura (che pure aveva cercato di revocare la pratica) non può fare niente dinanzi a una sentenza, se non chiedere alla Corte di appello di inficiare la conciliazione.
Nel frattempo, però, Filippo procederà con un precetto e se l’Asp si opporrà potrà chiedere al Tar di nominare un commissario ad acta per farsi dare i soldi.
Una brutta vicenda che chiama tutti alle proprie responsabilità. Anche Vaccarella, che avrebbe avuto il dovere di chiedere a che punto fosse la causa penale.
A futura memoria, ricordiamo uno dei passi salienti della sentenza con la quale la Cassazione l’ha condannato in via definitiva per truffa (assenteismo).
“… Confermata l’affermazione di responsabilità di Pietro Filippo per il reato continuato di truffa commesso quale dipendente dell’Azienda Sanitaria di Cosenza facendo figurare falsamente la propria presenza in sede mediante timbrature del cartellino marcatempo effettuato da altri dipendenti e mendaci autocertificazioni attestanti tale presenza non registrata elettronicamente per la dimenticanza del predetto cartellino…”.
Ovviamente ce ne sono anche tanti altri, che tireremo fuori al momento opportuno perché per i truffatori c’è sempre bisogno di memoria e di ricordi. Come dire: non abbiamo l’anello al naso.
Ecco a chi diamo centomila euro: ad un truffatore ed assenteista conclamato e condannato in via definitiva protetto dai poteri forti.