Crotone, le “Iene” castigano il Soprintendente: “E’ il successore di Attila!”

E’ stato bravissimo Andrea Agresti, la “iena” toscana che finalmente gliele ha cantate, e anche di brutto, al Soprintendente della Calabria, un faccendiere di nome Mario Pagano, che dopo aver fatto danni dappertutto, alla fine è approdato (e che ve lo dico a fare?) qui.

L’ha dipinto come Attila perché dove passa lui arriva il cemento e travestito da Attila si è presentato a Cosenza, piazza dei Valdesi, sede della Soprintendenza per dirgli in faccia quello che pensa di lui. La “iena” Agresti ha avuto a che fare con Pagano per la vicenda dell’ampliamento dello stadio “Ezio Scida” di Crotone sopra i reperti archeologici della vecchia città di Kroton, già balzata da tempo alla ribalta delle cronache nazionali.

L’attuale Soprintendente della Calabria Mario Pagano è un dirigente dello stato che firma spesso e volentieri.

Appena arrivato in Calabria si fa riconoscere subito: firma, senza por tempo in mezzo, l’autorizzazione per l’allargamento dello stadio di Crotone perché ritiene che i lavori di scavo e cementificazione possano esser eseguiti (su un sito archeologico già vincolato nel 1978!) senza pregiudizio per il patrimonio culturale della città.

Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera descriveva così i fatti e la firma di Crotone.

“Nel 1978 la certezza che lo stadio era stato eretto nel posto sbagliato fu sancita dagli archeologi in modo definitivo. Tanto che nel 1981 arrivò finalmente il vincolo di inedificabilità assoluta. Cosa che avrebbe dovuto spingere un’amministrazione comunale seria e una società calcistica seria a mettere in programma un altro impianto. Altrove. Trentacinque anni, però, non sono bastati. E a mano a mano che sorgevano nuovi problemi le autorità locali sono andate avanti coi soliti rattoppi. Dando al vincolo di tutela dell’area solo qualche occhiata distratta”.

La “iena” Agresti ha intervistato l’archeologa Margherita Corrado, la stessa che tempo fa sollevò un putiferio per bloccare la cementificazione a Capo Colonna. Proprio due giorni fa la magistratura ha sequestrato il nuovo villaggio turistico che stavano costruendo a ridosso del sito. E Margherita ha parlato anche di questo alla “iena” non prima di aver spiegato che laddove vorrebbero costruire le nuove tribune dello “Scida” ci sono le rovine di Kroton, la città dell’8° secolo avanti Cristo, scoperte negli anni ’70.

Quei blocchi di cemento che stanno mettendo vicino alla tribuna metallica con i seggiolini colorati danneggeranno certamente le rovine sottostanti. E gli esami che erano stati fatti sulla capacità di resistenza del suolo sono misteriosamente spariti.

 “Alla fine degli anni 90, quando il Football Club Crotone raggiunse lo storico traguardo della promozione in Serie B – scriveva tempo fa proprio l’archeologa Margherita Corrado -, l’entusiasmo generale fece però una vittima: l’adeguamento della curva nord dello stadio comunale “Ezio Scida” si mangiò, letteralmente, un lembo dell’agorà”.

Il tutto prima che la Soprintendente dell’epoca, ignara, si accorgesse dei lavori in corso. Poi accettati con la scusa della solita «emergenza» (la promozione in B!) e l’impegno che le nuove strutture sarebbero state leggere, temporanee e rimovibili. Ma si sa come sono l’Italia e soprattutto il Sud: nulla è più definitivo del provvisorio. Le strutture sono ancora lì.

Trascorsi altri tre lustri senza che fosse manco avviata una soluzione alternativa, riecco la stessa «emergenza»: la serie A! Cosa fare, per essere in regola coi parametri? Ovvio: «Ampliamo ancora lo stadio!»

Stavolta, però, c’era dall’altra parte Salvatore Patamia, segretario regionale con l’interim in attesa della nomina del nuovo soprintendente unico creato dalla riforma Franceschini. Risposta del 3 giugno alla prima domanda di ampliamento della tribuna ovest e della curva sud: impossibile, c’è il vincolo archeologico.

Seconda risposta, il 13 luglio: impossibile, c’è il vincolo archeologico. È la legge. Punto.

Esattamente il giorno dopo, però, chi arriva a Crotone come nuovo Soprintendente? Mario Pagano, che quando era in Molise aveva autorizzato la costruzione d’una palizzata di 16 gigantesche pale eoliche alte più del grattacielo Pirelli sopra le splendide rovine dell’antica Saepinum.

Tanto per completare il quadro, ricordiamo anche che Mario Pagano è lo stesso Soprintendente che aveva dato il via libera all’incredibile bufala degli scavi per la ricerca del tesoro di Alarico a Cosenza.

Questo particolare alla “iena” Agresti dev’essere sfuggito perché altrimenti, invece di travestirsi da Attila, si sarebbe travestito da Alarico. Che tanto, è la stessa cosa…