Operazione antimafia della Polizia di Stato di Catanzaro e dello Sco per l’esecuzione di 14 arresti nei confronti di esponenti di spicco delle cosche di ‘ndrangheta Iannazzo e Cannizzaro-Daponte, attive nel lametino.
Dalle indagini, coordinate dalla Dda di Catanzaro, sono emerse le loro responsabilità in relazione a numerosi episodi estorsivi ai danni di imprenditori.
Le persone coinvolte erano state tutte condannate, nei giorni scorsi, in sede di giudizio abbreviato, a pene significative in quanto ritenute responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidio, estorsione e traffico di armi.
Le attività investigative sono state coordinate dal procuratore aggiunto della Dda, Giovanni Bombardieri, e dal pm Elio Romano, con la supervisione del procuratore Nicola Gratteri. È stato accertato l’accordo, formalizzato attraverso veri e propri “summit mafiosi”, tra le cosche Iannazzo e Giampà per la spartizione dei proventi del racket, secondo un collaudato sistema operativo.
In particolare, si è fatta anche luce sull’omicidio di Antonio Torcasio avvenuto nel maggio del 2003, che suscitò particolare clamore in quanto compiuto nei pressi del Commissariato della Polizia di Stato di Lamezia Terme e il tentato omicidio di Vincenzo Curcio, avvenuto nel mese di luglio 2003 davanti ad una paninoteca ubicata a Falerna, località turistica della costa tirrenica, alla presenza di numerose persone.
Questi i nomi degli arrestati
- Francesco Mascaro
- Alfredo Gagliardi
- Francesco Iannazzo
- Francesco Pontieri
- Emanuele Iannazzo
- Santo Iannazzo
- Antonino Cannizzaro
- Domenico Cannizzaro
- Gregorio Scalise
- Pasquale Lupia
- Claudio Scardamaglia
- Vincenzo Torcasio (Giappone)
- Antonio Provenzano, classe ’59